Il mare dei Maronti, la spiaggia più grande di Ischia, è plumbeo, il patron arriva in gommone: a bordo, due imprenditori orientali. Immancabile il capannello di curiosi: «Presidé, ve vennite ‘o Napule?». Lui, bermuda rosso fuoco e t-shirt scura (più formali, invece, i suoi ospiti) sorride: «Macché, si parla di cinema. Il futuro del grande schermo è in Cina, signori». La delegazione si dirige al ristorante “Da Nicola”, alle Fumarole: uno dei luoghi prediletti nei week end ischitani di Aurelio De Laurentiis, che ha festeggiato anche il compleanno della moglie Jacqueline. Il padrone di casa, Giorgio Di Meglio, li accoglie festante: antipasto di mare, spaghettino ai tre pomodori, dentice al forno e frittura di paranza. Atmosfera conviviale. A Ischia si allacciano rapporti con la Cina: «Sostengo questo paese da vent’anni, può essere un ponte importante con l’Europa, anche per la crescita esponenziale di un calcio mondializzato». Altrove, la Cina è stata la soluzione finale: «Cederei il club solo ai miei figli», aveva però garantito Aurelio. Che ieri, giura, ha parlato solo di cinema.