Raffaele Auriemma sul Corriere dello Sport
Non tutti i mali vengono per nuocere. Si dice così, da sempre, si crede sia possibile anche nel Napoli reduce dal contraddittorio pomeriggio di Crotone. Quel sarriano grido di dolore per l’espulsione di Gabbiadini (e la perdita del terzo centravanti in pochi mesi) si è rapidamente tramutato in ingegnosa creatività in vista dell’immediato futuro. Forse sarà stata la stessa aria calabra che respirò il noto filosofo matematico ad instillare nella testa di Sarri l’idea che il teorema di Pitagora si possa essere applicato anche al calcio. Dalla geometria euclidea al campo di gioco è possibile declinare un’altra versione del triangolo rettangolo, quello con il vertice capovolto dall’alto verso il basso. Inutile inventarsi altri centravanti se in rosa non ce ne sono rimasti, tanto vale farne a meno e rendere concreta l’idea del “falso nueve”. Ma così falso da prendere un altro attaccante e farlo scalare quasi all’altezza dei centrocampisti, tanto ormai sono gli esterni d’attacco ad aver acquisito affinità con il gol. Aspettando il ritorno di Milik, ancor più del rientro di Gabbiadini dalla squalifica, ci siamo accorti che Mertens ha qualità realizzative e difesa della palla per svolgere quel ruolo di “vertice basso” nel tridente al contrario ed El Kaddouri non sfigurerebbe alla bisogna, anzi. Si potrebbe pensare anche a Rog in quella posizione, ma non lo diciamo per non rischiare di essere troppo audaci, al limite dell’oltraggiosa blasfemia per quelle che sono le idee di Sarri sull’utilizzo dei giovani talenti in panchina. Diawara e Maksimovic hanno restituito compattezza ad una squadra che difetta di cattiveria così come confermato dal numero dei falli commessi: il Napoli è la squadra che ne commette di meno, conquistando così il primo posto nella classifica di quelli troppo buoni. Sarebbe il caso di peggiorare questa graduatoria per non ritrovarsi sempre con l’avversario alle calcagna, anche quando il campo ti dà ragione ancor più del risultato. Quello di Crotone è stato positivo, ma solo perché la vittoria ha evitato al Napoli di essere risucchiato nelle acque di sentina di una crisi ormai alle porte. Tre punti per ripartire, senza esaltarsi e rivedere, rivedere con attenzione le ragioni che hanno permesso ad un commovente Crotone di rischiare il pareggio suo malgrado. Concedere alla squadra ultima in classifica 12 conclusioni (il dominio del Napoli ne ha prodotto solo una in più), 9 delle quali da dentro l’area di rigore e costringere Reina a compiere quattro parate (due decisive), è il sintomo di una squadra che dovrebbe prediligere l’aritmetica alla filosofia.