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CONFRONTO – Una vita da (quarta) mezzala: come se la passano ‘gli altri Rog’ della Serie A?

Il caso Rog è oramai già da tempo un tormentone. La domanda che proviamo a porci oggi però, è la seguente: la responsabilità di questo equivoco è tutta da dividersi tra l’allenatore che non lo schiera in campo e la società che ha puntato su un giocatore probabilmente non prontissimo? Oppure è anche da considerarsi fisiologico che il quarto interno di centrocampo, su due posti disponibili, faccia fatica, per definizione, a trovare spazio?

Abbiamo provato a fare un confronto con tutte le altre squadre della Serie A che giocano regolarmente con un centrocampo a 3 e ci siamo accorti che quasi tutte hanno puntato su più uomini rispetto a quanto abbia fatto Sarri. Ci sono alcuni punti, al di là dei numeri, che vanno comunque precisati, e lo faremo in chiusura. Prima, iniziamo il nostro viaggio nei numeri e, riadattando un celebre brano di Ligabue, cerchiamo di capire meglio che vita sia quella della ‘quarta mezzala’ e degli ‘altri Rog’ del nostro campionato.

Escluderemo dall’analisi l’Atalanta, perchè come la Fiorentina, il Genoa, il Palermo e quasi sempre la Roma, gioca con due soli centrocampisti centrali e quindi prendendole in esame rischieremmo di rendere il tutto poco attendibile.

BOLOGNA: Procedendo in ordine alfabetico, possiamo notare come il Bologna abbia in Donsah (99 minuti) la quarta mezzala per minutaggio. Il giocatore africano avrebbe sicuramente più minutaggio nelle gambe se non fosse stato rallentato da diversi problemi fisici. Va detto anche che dopo Taider e Dzemaili, che sono i due titolari, Donadoni ha schierato spesso Rizzo, che se è vero che supera i 200 minuti, è vero anche che molti di questi li ha giocati da esterno del tridente.

CAGLIARI: Più lineare la situazione invece per i sardi, con Munari (262 minuti) che sarebbe addirittura quinta scelta dietro Isla, Padoin (che all’occorrenza fanno i terzini), Ionita e Dessena, ma che in virtù degli infortuni di questi ultimi due è diventato il quarto per minutaggio. L’ultimo, che è proprio Dessena, è stato in campo comunque per 192 minuti, mentre Ionita ne aveva giocati 287 fino al grave stop.

CHIEVO: Situazione decisamente più gerarchica e delineata nel Chievo di Maran, dove l’ex etneo Mariano Izco è con 267 minuti giocati la quarta scelta, dietro a Hetemaj, Castro e Rigoni.

CROTONE: Destino simile, anzi, ben più complesso di quello di Rog è, in casa calabrese, quello del giocatore di proprietà del Napoli Eddie Gnahorè. L’ex Carrarese è con zero minuti la quarta mezzala per minutaggio in rosa. Va detto però che Crisetig, che sulla carta è con 635 minuti l’alternativa a Capezzi in cabina di regia, è spesso schierato come mezzala in alternativa alle prime tre scelte che sono rispettivamente Rodehn, Salzano e Barberis.

EMPOLI: Ben più schematico il discorso in casa Empoli, dove ancora regna l’impronta di Sarri. Marcel Buchel, con 349 minuti, è la quarta mezzala per utilizzo dietro rispettivamente a Croce, Tello e Krunic.

INTER: Discorso particolare in casa nerazzurra, dove il centrocampo a 3 non è mai stato una costante, alternato spesso con un centrocampo a due. Spicca comunque come ci sia stato spazio per un sesto (Gnoukouri 157 minuti) ed addirittura un settimo centrocampista (Felipe Melo 32). Dietro ai ben più frequentemente utilizzati Medel, Banega, Kondogbia, Brozovic e Joao Mario.

JUVENTUS: In una Juve che ha rivoluzionato il centrocampo, non necessariamente rinforzandolo, anzi, c’è stata gloria un po’ per tutti gli interpreti, nella spasmodica ricerca da parte di Allegri di trovare la formula giusta. Considerando Lemina, Marchisio e Hernanes dei vertici bassi, che comunque possono interpretare anche altri ruoli, è Sturaro (147 minuti) la quarta scelta nella posizione di interno, alle spalle per minutaggio di Pjanic, Khedira e Asamoah.

LAZIO: Gerarchie ben definite con Parolo giocatore più utilizzato in rosa, portieri compresi, e gente duttile e tutto fare come Lulic impegnato tanto anche in altre posizioni. Da aggiungere un altro pupillo di Inzaghi come Milinkovic-Savic. Nonostante questo però, il tecnico biancoceleste ha trovato comunque modo di concedere, nel ruolo di mezzala, 69 minuti anche ad un prodotto del settore giovanile come Murgia.

MILAN: Fino a poco fa, il caso del Milan era quello che più assomigliava a quello del Napoli. Con un 11 di fedelissimi che stavano superando le più rosee aspettative, un paio di riserve privilegiate e la giovane promessa venuta dalla Croazia, Mario Pasalic, che il campo lo vedeva soltanto con il cannocchiale, in qualche modo anche tranquillizzando lo stesso Marko Rog del fatto che pagare lo scotto dell’inserimento fosse cosa fisiologica. Già, fino a poco fa, perchè il talento balcanico rossonero ha giocato 100 minuti nelle ultime uscite ed è lui il quarto interno di Montella, alle spalle di Bonaventura, Kucka e Poli (che ad onor del vero, ha giocato un bel po’ di minuti anche nell’inedito ruolo di terzino).

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(Mario Pasalic al debutto in Serie A)

PESCARA: La squadra di Oddo è forse l’unica, tra le squadre che giocano con un centrocampo a 3, che fa maggior solidarietà a Rog. Il calcio ‘particolare’ dell’ex terzino di Lazio, Milan e Napoli tra le altre, e anche la duttilità dei centrocampisti a sua disposizione, fa in modo che la distinzione tra trequartisti, mezze ali e vertici bassi spesso decada. Con Verre, Aquilani, Brugman, Memushaj e più di rado Cristante che si scambiano spesso le posizioni lasciando meno delle briciole alle altre (poche) scelte in rosa. Difficile in questo caso poter fare un confronto che possa essere oggettivo e credibile.

SAMPDORIA: Discorso particolare anche in casa Samp, dove Linetty e Barreto giocano praticamente sempre e tutt’al più, quando si cambia qualcosa, si adattano al ruolo di mezzala Praet e Bruno Fernandes, riserve di lusso di Ricky Alvarez per il ruolo di trequartista che hanno decisamente più qualità e merito di essere schierati rispetto agli altri centrocampisti puri della rosa. Considerare il minutaggio del belga e del portoghese come quello di terza e quarta mezzala sarebbe un dato poco concreto, visto che tanti ne hanno disputati anche da trequartisti. E’ pur vero che, in ogni caso, da interni ci hanno giocato e che non è poco che entrambi, così come Alvarez, abbiano superato i 400 minuti in una squadra che non fa le coppe.

SASSUOLO: La situazione in casa neroverde è condizionata dai problemi fisici di Missiroli (40 Minuti), finalmente pronto al ritorno in campo e che sarebbe teoricamente la prima scelta nel ruolo di mezzala, ma che al momento è il meno utilizzato. Davanti a lui però ci sono Pellegrini, Biondini, Duncan e Mazzitelli. Quest’ultimo, il meno utilizzato della lista, ha giocato comunque ben 326 minuti.

TORINO: Gestisce bene le forze anche Mihajlovic, con Baselli e Benassi che fanno faville e giustamente si prendono una grossa fetta del minutaggio complessivo, ma con Acquah (436) e Obi (382) che sono assolutamente parte del progetto.

UDINESE: I friulani, prossimi avversari del Napoli, hanno nel tandem Badu-Fofana, soprattutto dall’arrivo di Del Neri, la coppia di mezze ali più usate. Le alternative sono Hallfredsson (533), che però con Iachini giocava spesso anche vertice basso, e Jankto (339). L’Udinese ha poi perso per infortunio la prima scelta del ruolo, il greco Kone, che prima di farsi male aveva già giocato 321 minuti. In questo caso, come in quello del Sassuolo e del Cagliari, i giocatori alternati nei due posti sono addirittura 5.

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Tirando le somme, i numeri dicono che almeno 12 delle altre 14 squadre che giocano con regolarità con un centrocampo a 3 (che sia il modulo un 4-3-3, un 4-3-1-2 o un 3-5-2) hanno utilizzato, nel ruolo di mezze ali, più giocatori dei soli tre utilizzati da Sarri. Il risultato è interessante, ma come sempre, quando si parla di numeri, bisogna tener conto che ci sono fattori che i numeri stessi non raccontano. Ad esempio, quello che i numeri non dicono, è che certamente non tutte le squadre di Serie A possono puntare su uno dei migliori interpreti del ruolo a livello europeo come Marek Hamsik. Giocatore che, se sta bene, tendi a far giocare sempre, o quasi. E questo è certamente un dato che ‘discolpa’ Sarri, che a quel punto per far giocare il croato dovrebbe lasciar seduti contemporaneamente due calciatori che offrono enormi garanzie come Allan e Zielinski. Giocatori che in larga parte delle squadre prese in esame probabilmente non riposerebbero un solo minuto. Al contrario però, per fare un esempio opposto, c’è anche da dire che non tutte le quarte scelte sono state pagate dal proprio club ben 15 milioni di euro, e questo deve far riflettere l’allenatore e la società con la necessità di trovare quanto prima un punto di incontro, per non bruciare un investimento di tale portata.

Certo è che, volendo provare a chiudere il caso dando una risposta alla domanda da cui siamo partiti, ovvero se è fisiologico o meno che quello che è il quarto interno nelle gerarchie faccia fatica a giocare, stride, oggettivamente, che un nazionale croato pagato 15 milioni non abbia avuto a disposizione neanche un solo minuto di utilizzo in una squadra che, a differenza di 13 delle altre 14 prese in considerazione, disputa per giunta anche la Champions League.

 

di Andrea Falco