Settimo anno fuori dall’Italia, a caccia dell’ennesimo trofeo. Carlo Ancelotti ha chiuso il 2016 nel migliore dei modi con il suo Bayern in testa alla Bundsliga e nel 2017 punta a vincere tutto, ma “con calma”. La Champions è tra i suoi obiettivi, ma non si conquista “sulla carta”:
“Anno positivo, i primi mesi in vacanza e poi sulla panchina del Bayern Monaco. C’è di peggio, no?” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “In Germania l’impatto è stato eccezionale. Mi sono trovato bene fin dal primo giorno. Se non fosse per la lingua, che proprio non mi entra in testa, sarebbe tutto perfetto. Mi hanno accolto alla grande, la squadra gioca bene e vince, siamo primi in classifica, che cosa si può chiedere di più? La Champions? Calma, calma… Adesso abbiamo superato il girone, siamo agli ottavi… Un passo alla volta, i miei genitori mi hanno insegnato che per raggiungere gli obiettivi non si deve mica correre: si va con il proprio ritmo, senza esagerare. Arsenal? Non conosco squadre deboli che arrivano agli ottavi di Champions. Se si vuole conquistare il trofeo, bisogna avere la forza di affrontare, senza paure, tutti gli ostacoli. E vi assicuro che il mio Bayern è pronto. E poi si a come vanno queste cose… Si deve essere in forma in un periodo preciso dell’anno, cioè all’inizio di marzo. E, soprattutto, si deve sperare di non avere giocatori infortunati. La differenza, spesso, sta in un dettaglio”.
Juventus da Champions? “Allegri ha una grande squadra. Conosco l’esperienza e la mentalità della Juve: non mollano niente, sono grintosi, decisi. Hanno tempo per migliorare. Adesso c’è un mese e mezzo per preparare le sfide degli ottavi, questo periodo va sfruttato per correggere gli errori che sono emersi nella prima parte della stagione. Lo dico anche per il mio Bayern, ce ne sono di cose di sistemare…”. Ancelotti non ha mai smesso di seguire la serie A: “Non mi perdo una giornata. Fa parte del mio lavoro essere documentato e informato. Leggo che non c’è spettacolo, e può essere vero, ma il calcio italiano ha sempre avuto, e sempre avrà, il suo punto di forza nella tattica. Affrontare un’italiana è sempre un problema, credetemi. Il Napoli di Sarri mi piace moltissimo. Giocano a memoria, ammiro molto il lavoro di Sarri. A tratti sono davvero bellissimi da vedere. Adesso si troveranno di fronte il Real Madrid e sarà una sfida bollente. Io sulla carta non ho mai vinto, né da giocatore, né da allenatore. I successi vanno conquistati sul campo e vi dico che il Real, per andare avanti, dovrà sudare parecchio. Come tutti, del resto”.
La Supercoppa italiana ha premiato il Milan: “Faccio i complimenti a Montella che è molto, molto, molto bravo. Ha costruito una squadra, non era mica semplice. E sta lanciando tanti giovani con coraggio. Strada da seguire. L’Inter? Pioli è un ragazzo d’oro. Idee chiare, gioco efficace. Mi sembra che i risultati si stiano già vedendo. Farà bene, glielo auguro”. Ancelotti ha esperienze in tutte le cinque leghe più importanti d’Europa: “In Italia il calcio è una specie di religione. Molta pressione, molte parole. In Inghilterra si gioca e poi si va a casa: poche discussioni, tanta professionalità. In Francia sono ancora in crescita, ci sono ottimi giocatori ma a volte manca l’equilibrio tattico nelle squadre. In Spagna, beh è un po’ come da noi: per il pallone vanno matti! Radio collegate ventiquattr’ore su ventiquattro, televisioni, tifosi attenti e competenti: quando ti siedi sulla panchina del Real Madrid avverti la responsabilità del ruolo. E non è un modo di dire. In Germania ho trovato un ambiente fantastico, stadi sempre pieni, molta educazione e un grande livello tecnico-atletico”.
Monaco di Baviera? Non c’è male: “La città è stupenda, non troppo piccola e non troppo grande. E poi c’è ordine, c’è pulizia. Sembra di stare in un giardino. Ovunque si avverte questo desiderio di organizzazione che dovrebbe essere alla base di ogni società. La Baviera, da questo punto di vista, è davvero incredibile. Io vengo dall’Emilia, la terra che ha fatto convivere Peppone e Don Camillo, il Diavolo e l’Acquasanta, sono molto legato alle mie origini, mi porto dentro quello spirito di fratellanza e solidarietà che si respira dalle mie parti. Ma vi assicuro che in Baviera ho trovato gli stessi principi, lo stesso senso della comunità”.