Torna a parlare Rafa Benitez, ex allenatore del Napoli, e lo fa dalle colonne di Repubblica a cui ha rilasciato una lunga intervista di cui vi proponiamo uno stralcio.
Qualche nervo scoperto è rimasto, allora…
“Ma no, le mie soddisfazioni me le sono tolte anche in Italia. All’Inter ho vinto due titoli in soli sei mesi e poi ne ho conquistati altrettanti con il Napoli. Sono dei periodi di cui ho un ottimo ricordo e che non rinnego”.
Napoli, parliamone. Cosa le è rimasto dei due anni sulla panchina azzurra?
“Il legame con la città, prima di tutto. Napoli è simile alla Spagna, dall’architettura al modo di vivere. Mi sono sentito subito a casa. E anche in campo abbiamo lavorato bene, soprattutto durante la prima stagione. Il risultato della seconda fu compromesso da un rigore sbagliato nell’ultima sfida, che ci fece scivolare dal terzo al quinto posto. Il vero errore era stato già compiuto a monte però, sul mercato. Bastava prendere un giocatore, anzi trattenerlo. Mi riferisco al nostro portiere, che era anche il leader della squadra. Pure in questo caso i fatti mi hanno dato ragione: Reina è ritornato in maglia azzurra e sta facendo di nuovo la differenza”.
Sarebbe andato via lo stesso dal Napoli, senza la chiamata del Real?
“Sì, certo: per lavorare insieme e farlo bene bisogna essere tutti convinti, al 100 per 100. Era il momento giusto per cambiare, per me e anche per la società. Il mio tempo con il Napoli era finito e sarei andato via lo stesso, a prescindere dall’offerta del Real Madrid”.
Se l’offerta le fosse arrivata dalla Juve?
“Domanda tendenziosa, ma è un problema che non si è mai posto, visto che da Torino non mi hanno chiamato…”.
Alla Juve è andato Higuain. Se lo aspettava?
“La scelta di Gonzalo mi ha stupito ed effettivamente è stata un po’ strana, per la rivalità che c’è tra le due squadre e pure tra le città. Ma è stata una sua decisione e io devo rispettarla: non importa se mi sia piaciuta o no”.
Le piace cos’è diventato il Napoli dopo di lei?
«Sono rimasto un tifoso del Napoli e appena posso lo guardo alla tv. Ho seguito le ultime partite con la Roma, il Manchester City e l’Inter. Mi piace soprattutto vedere i progressi dei tanti giocatori che c’erano già con me e continuano a scendere in campo con la stessa mentalità offensiva. Ora hanno una convinzione nei loro mezzi molto maggiore, visto che ormai vivono in Italia da tanti anni e si sono ambientati meglio ».
Cosa ha in più questo Napoli rispetto al suo?
“Anche con me la squadra segnava tanti gol, mentre in difesa ci mancava qualcosa e soprattutto nella seconda stagione pagammo a caro prezzo alcuni errori individuali. Sarri ha lavorato parecchio sulla solidità del reparto arretrato e lo ha fatto molto bene, agevolato pure dall’affiatamento di giocatori come Albiol, Koulibaly e Ghoulam, che ormai si conoscono a memoria. L’esperienza è un bel vantaggio. E anche avere Reina alle spalle”.
Lo sente ancora, Reina?
“Sono rimasto in contatto con parecchi giocatori e pure con qualche dipendente del Napoli. So che cosa fanno, mi tengo informato”.
E con De Laurentiis?
“Non l’ho più sentito, non è capitato”.
Di Sarri cosa pensa?
“È un bravo allenatore e nel Napoli ha trovato la squadra giusta per fare quello che aveva in mente. Sta lavorando molto sulla difesa e sul pressing alto, che nella serie A si possono fare e in altri campionati no, per esempio in quello inglese. Si sono viste le difficoltà della difesa azzurra contro il City, in una partita giocata su ritmi diversi…”.
Nell’anno del Napoli cosa vede?
“Può essere l’anno giusto, per lo scudetto. Ma sarà una lunga corsa e vincerà chi avrà più resistenza”.