DE LAURENTIIS HAMSIK – Nel corso della conferenza stampa di presentazione del ritiro di Dimaro, Aurelio De Laurentiis si è confermato il solito fiume in piena. Il futuro di Hamsik è l’argomento a farla da padrone, anche se le premesse sono state: “Oggi non si parlerà di Hamsik, al momento opportuno vi faremo sapere. Ho letto tante cose inesatte in questi giorni. Non andrò all’estero, devo preparare il prossimo campionato, che sarà più omogeneo. L’Inter? Tornerà alla carica. Quest’anno può sempre succedere qualcosa di inaspettato. Stadio? Sono meravigliato dal fatto che non si va al San Paolo, eppure i prezzi sono bassi. E questi sarebbero tifosi? Bah, allora vogliono fare le nozze con i fichi secchi. Sono tre anni che chiudo il bilancio in rosso e la Filmauro non ne beneficia. Che problema ci sarebbe poi? La SSC Napoli è una S.P.A., mettiamoci in testa che ormai il calcio è un’industria”.
Il San Paolo non all’altezza del suo nome
De Laurentiis sulla scarsa affluenza al San Paolo: “In Italia non abbiamo politici del calcio, come in Inghilterra dal periodo degli hooligans quando vennero create nuove leggi. Allo stadio lì non si può stare in piedi o ad esempio gli ultras violenti non possono andare neanche nei pub a vedere la partita. Gli impianti in quegli anni si svuotarono, ma pian piano hanno accolto i veri tifosi: le famiglie. Poi sono state investite somme di denaro per ristrutturare gli stadi, a differenza dell’Italia quando durante i Mondiali si rubarono i posti. L’unica eccezione è il San Nicola di Bari. Il nostro paese è in mano alla delinquenza organizzata che si è anche ripulita negli ultimi tempi: allo stadio frange di tifosi impediscono ai bambini di sedersi comodamente sugli spalti, gli spalti sono diventati una filosofia di certi tifosi. Top player? Io mi devo imporre di essere imprenditore, il calcio è un’industria: i conti devono quadrare.”
Ipotesi toureè azzurra in Cina
Ancora il presidente: “Maradona? Non lo sento da tempo, da quando mi propose un calciatore argentino che non rientrava nei nostri piani. Ipotesi tournè in Cina? La Cina la adoro, ma è molto lontana. Io però le provo tutte, ho cercato anche di acquistare due squadre in America: ma lì non hanno capito che serve passare dai broadcaster per dare visibilità al calcio. Quando andai in Cina mi dissero che il portiere di una squadra doveva essere per forza cinese, non mi hanno detto il perché ma capii che era per organizzare i risultati. Sono contro le tournee, in Cina farei ritiri di 21 giorni: ma poi con chi giochi le amichevoli? Lì c’è il campionato in corso. Io amo anche l’Africa, un territorio pieno di ricchezza che abbiamo lasciato in mano ai cinesi”.
Per Hamsik le porte del Napoli sono sempre aperte
Piccolo screzio, ironico, tra un giornalista e De Laurentiis: “Ma Hamsik viene a Dimaro? Fatti i c***i tuoi! Ricordo quando rifiutai l’offerta del Milan per Hamsik, poi ribadii anche a Moratti di non provarci. Allegri è un grande estimatore dello slovacco, quando andò alla Juve Hamsik mi presentò un’offerta ma lo bloccai immediatamente. In estate mi ha chiesto di andare in Cina, ma c’era freddezza: il mercato cinese entra nel vivo ora. Gli ho chiesto della sua convinzione di chiudere la carriera in Cina, gli stimoli arrivano anche dall’agente Venglos. Avendo preso un nuovo allenatore poi non volevo cedere la vecchia guardia, per inserire al meglio i nuovi. Ancelotti fa giocare tutti, non è uno conservativo, non vuole fare più punti di Sarri: lui vuole conoscere il vero potenziale del Napoli, prendendosi dei rischi. A centrocampo siamo consolidati, non ci creerebbe problemi la partenza di Hamsik, anche Ancelotti è d’accordo. Speriamo che i cinesi non vogliano fare i napoletani, vediamo cosa accadrà: pagare moneta, vedere cammello. Ho detto a Marek che Napoli è casa sua, se vorrà tornare le porte saranno aperte. Poi dal punto di vista professionale è impeccabile.”
Il futuro del Napoli dopo Hamsik
“Dopo Hamsik? Punto sui giovani! La nostra filosofia non cambierà, forti di Ancelotti che saprà inserirli al meglio. Riforma del calcio? E chi è che rinuncia alla Serie A per passare a 18 squadre? Certo che a controllare i debiti e i conti della squadre, tante non potrebbero iscriversi.”