Maurizio Pistocchi, giornalista, è intervenuto a Napoli Magazine Live. Ecco quanto dichiarato dal giornalista, in relazione specialmente alla lotta contro la Juventus e a Marek Hamsik.
Pistocchi sul caso Hamsik, Juventus e il primo ricordo al San Paolo
“È evidente che Hamsik ha deciso di chiudere la sua carriera con un contratto dorato ed ora tocca al club cinese rispettare i patti con il calciatore e con il Napoli, sono convinto che entro fine mercato cinese (28 febbraio, ndr), l’affare si farà così come era stato prospettato. Il Napoli sta giocando con soli due centrocampisti e ad Ancelotti restano elementi a sufficienza per andare avanti senza problemi. Sono sicuro che Carlo (Ancelotti, ndr) lo avrebbe tenuto volentieri ma se il giocatore vuole andare via, nessuno può trattenerlo, anche perché è stato un giocatore correttissimo, attaccato ai colori, un giocatore simbolo”.
La Juventus ha preso 6 gol in due partite e la dice lunga sull’imprescindibilità dei titolari in quel reparto, questo non è un problema insuperabile per la squadra, mentre è molto più grave la situazione degli infortuni che fa pensare sulla metodologia di lavoro, detto questo, i bianconeri restano favoritissimi per lo Scudetto.
De Laurentiis si intristisce per lo stadio vuoto, ma ci sono almeno due ragioni: la crisi economica che non è affatto finita, anzi, poi c’è anche un problema legato allo spettacolo perché il tifoso ha la sensazione che il campionato sia finito e il Napoli ha anche un po’ deluso in alcune partite. A inizio stagione si diceva che Cristiano Ronaldo avrebbe portato benefici a tutto il calcio italiano, mentre per me avrebbe fatto del bene e sta facendo del bene solo alla Juventus che, tra l’altro, non si è limitata solo al portoghese ma ha acquistato anche altri top player, allargando la distanza dalle altre. Il Napoli deve fare uno sforzo notevole per l’acquisto di calciatori perché il solo Ancelotti non basta, ci vogliono più calciatori all’altezza per ridurre il gap con la Juventus. Bisogna far crescere la qualità della squadra, bisogna essere bravi a prendere i migliori prima degli altri. Per non parlare del marchio che deve diventare un brand di altissimo livello e questo non può prescindere dalle strutture, San Paolo in primis che non è uno stadio all’altezza della squadra e delle ambizioni del club.
Ricordo la mia prima partita al San Paolo, era il 1976, ero in gita a Napoli e si giocava Italia-Germania, allora era uno stadio moderno ma il pubblico era ed è ancora troppo lontano dal campo, ma immaginate uno stadio a Napoli con il pubblico a bordo campo. Poi se si trovano partner importanti lo stadio puoi farlo anche a costo zero. Bisogna rendersi conto che lo stadio di proprietà è oramai un tassello fondamentale per una società che ambisce ad un ruolo importante a livello internazionale. Senza strutture non si va da nessuna parte, rischi di essere una meteora. Dite quello che volete, ma quando vedo la Premier o la Liga mi viene la voglia di stadio”.