DE LAURENTIIS AZIENDA – Dalla promessa di un matrimonio duraturo con Carlo Ancelotti alla vicenda del fatturato: Aurelio De Laurentiis si preso la scena mediatica nel corso degli ultimi giorni, in attesa che il Napoli cominci il rush finale della stagione. Inoltre il presidente è stato fino a ieri parte attiva della 22esima Assemblea Generale dell’Eca, con sede ad Amsterdam, in qualità di capo ‘marketing e comunicazione’ e principale fautore della Superlega. L’edizione odierna de ‘Il Corriere dello Sport’ riassume i punti chiave dei discorsi di De Laurentiis.
I tre giorni di De Laurentiis
“È sempre, inevitabilmente, una questione di soldi: che forse nella vita non sono poi tutto, ma che (ci) hanno spiegato aiutano a sopravvivere meglio. Business is business, sistematicamente, e non c’è verso di negarselo, c’è scritto pure nei rimbalzi talvolta scomposti di questo pazzo pazzo mondo del calcio, ed è persino una nozione semplicissima di economia che s’intravede sfogliando gli almanacchi e le classifiche: i ricchi sono sempre più ricchi di scudetti e i poveri continuano a restare poveri di trionfi. E’ una mattanza, sotto ogni latitudine, che ad intervalli irregolari svanisce, semplicemente per poi ricominciare. «Ma se avessi il fatturato di club tedeschi o inglesi, vincerei tutti gli anni». Aurelio De Laurentiis è partito dal basso, c’era il deserto nell’estate del 2004, un’enorme landa bruciacchiata, dinnanzi alla sezione Fallimentare del Tribunale di Napoli: quindici anni dopo, con quei numeri da “fantascienza” del football, e un’economia che vibra intorno ai duecento milioni di euro annui tutto compreso, e con un monte ingaggio che sta ormai oltre i cento, l’unico autentico rimpianto è la “potenzialità” di questa Napoli che s’è già spinta oltre se stessa e il proprio universo, e che adesso per “combattere” il potere costituito, deve inventarsi altro. «Io devo ragionare su un percorso che mi costruisca prospettive e non sulle annualità: il tifoso può farlo diversamente, è giusto che sia così, che proceda con il cuore. Ma chi gestisce un’azienda come la nostra dev’essere responsabile: però prima o poi ce la faremo a vincere».”