ZAPATA NAPOLI – Duvan Zapata ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”. Il calciatore ha giocato due anni a Napoli e lunedì ritornerà al San Paolo da avversario. L’attaccante dell’Atalanta ha un bel ricordo dei tifosi e della città, ma ha raccontato di essersi sentito emarginato dalla società. “A Napoli come calciatore ho imparato a resistere. Come uomo ho conosciuto un popolo speciale per me e la mia famiglia” ha dichiarato al quotidiano.
Ecco ora cosa vede Zapata dalla finestra di casa sua
“La stanza della clinica dove è nato mio figlio Dayton. Il golfo di fronte alla mia casa di Posillipo: aprivo la finestra e avevo Capri davanti”
Un luogo, un cibo e una persona da riabbracciare a Napoli
“Tre domande, una risposta sola. Il ristorante del mio amico Edoardo a Quarto: mozzarella e parmigiana di melanzane. Allora non la apprezzavo neanche tanto, ho capito cosa mi ero perso”
“Al Napoli mi sono sentito emarginato”
“ Fu dura, ero tornato sapendo di dovermene andare subito ma fu ceduto all’ultimo giorno di mercato: De Laurentiis disse no al Torino tre volte, ero troppo poco importante per lui. Io sono grande e grosso, mi serviva una buona preparazione: invece mi scaldavo con la squadra e poi mi allenavo da solo”
Il Napoli è forte con qualsiasi allenatore
“Il Napoli è sempre il Napoli: pericoloso. Da fuori quello di Sarri era più bello da vedere, ma aveva due anni di lavoro alle spalle. Forse il vero Napoli di Ancelotti si vedrà l’anno prossimo”
Zapata parla di Koulibaly
“Se sta bene devi saltarlo più di una volta per essere sicuro di averlo superato, ma niente e impossibile per fortuna. Quante risate ci siamo fatti: quando avevo capelli corti come lui, per strada ci confondevano. Urlavano “Kalidou!” e mi giravo io, “Duvan” rispondeva lui.”
Il Napoli non sarà demotivato dopo l’eliminazione in Europa League
“Demotivati a metà aprile? Non credo, e comunque Ancelotti sa cosa fare nel caso. Ma noi abbiamo buoni argomenti per fare una buona partita”