INSIGNE ANCELOTTI – I novanta minuti di panchina contro l’Atalanta potrebbe aver definitivamente rotto l’idillio, già a rischio da settimane, tra Napoli, Insigne e Ancelotti. Tanto che il ‘Corriere dello Sport’ scomoda il caso Quagliarella per ricordare come non esistano ‘profeti in patria’. A Sarri gli unici meriti di aver trovato una coesistenza che rendesse felici insieme Insigne e Mertens, altrimenti destinati alla staffetta sin dai tempi di Benitez.
Insigne mai piaciuto ad Ancelotti?
“Il poeta di Frattamaggiore non è mai piaciuto, soprattutto quando s’è accorto che non ubbidiva ai suoi suggerimenti, mica ordini, bonari richiami a non innamorarsi troppo del pallone, di quelle giocate di fino che ormai non vanno più dentro e interdicono anche gli spunti dei compagni. Ancelotti è il frutto del collettivismo emiliano, Insigne il solista di un sogno napoletano esaurito da quando Sarri è andato ad annoiarsi a Londra. Il grande merito di Sarri fu inventarsi Mertens centravanti e Insigne interlocutore ideale. Il popolo non protesta, a Napoli i napoletani non fanno fortuna; quando difesi Quagliarella spedito in esilio da uno stalker ma trattato da traditore, fui spernacchiato. E quando si seppe la verità la cerimonia di rimpianto fu puramente formale”.