ANCELOTTI SARRI CONFRONTO – Sono giorni, se non mesi, che gran parte della tifoseria azzurra è alle prese con un esercizio di confronto fra il Napoli di Maurizio Sarri e quello di Carlo Ancelotti.
Si ascoltano le teorie più variegate a vantaggio dell’uno e a vantaggio dell’altro (tutte magari con una buona base di fondamento) ma di certo non si può dire di essere giunti a una univoca, condivisa, conclusione. In molti, proprio per cercare di essere il più oggettivi possibile, cercano di basare il loro confronto in campionato su basi strettamente numeriche.
Sarri – Ancelotti, confronto ingiusto!
Ma un confronto tra i due che sia STRETTAMENTE NUMERICO, paragonando i punti in classifica ottenuti da uno e dall’altro, è da un punto di vista statistico INGIUSTO per le seguenti ragioni:
1) CONFRONTARE L’ANNO DI ANCELOTTI COL 3° ANNO DI SARRI COSTITUISCE UN VANTAGGIO TROPPO GRANDE PER SARRI:
– In generale, un nuovo allenatore ha necessariamente bisogno di tempo per conoscere e farsi conoscere dalla nuova squadra (lo stesso De Laurentiis parlò di 8 partite di possibile assestamento da concedere ad Ancelotti).
– Il confronto con gli anni RECORD è sempre ingiusto per chi viene immediatamente dopo.
Un esempio può chiarire: se l’anno prossimo qualcuno allenasse il Liverpool e ottenesse 90 punti avrebbe ottenuto 7 punti meno di Klopp. Di certo però ciò non potrebbe essere considerato un fallimento. Anzi… è persino possibile che costui rivincerebbe la Premier League a Liverpool dopo quasi 30 anni (Liverpool e Napoli sono infatti accomunate per aver vinto il loro ultimo scudetto nella stagione 1989-1990)!
Ripetere 91 punti sarebbe stato impossibile (Sarri è certamente andato via da Napoli anche per questo: a lui non sarebbe sicuramente mai stato “perdonato” di ottenere meno punti dell’anno precedente).
2) CONFRONTARE L’ANNO DI ANCELOTTI COL 1° ANNO DI SARRI COSTITUISCE UN VANTAGGIO TROPPO GRANDE PER ANCELOTTI:
– Mentre Sarri ha ereditato una squadra che poteva definirsi allo sbando (con Higuain contestatissimo per il rigore calciato alle stelle contro la Lazio, Koulibaly e Albiol considerati inadeguati a difendere, Jorginho da vedere al primo che avesse fatto un’offerta appena decente… Ancelotti (per merito di SARRI !) s’è ritrovato una squadra straordinaria… certamente in grado di ottenere un elevato numero di punti con qualsiasi allenatore alla propria guida.
– Il confronto col primo anno è di fatto sbagliato perché non tiene conto della storia della rosa.
In analoga situazione, sarebbe stato come dire che Benitez quando è arrivato raccogliendo il Napoli lasciato da Mazzarri col 2° posto e l’allora record di punti (78), avrebbe dovuto essere confrontato col primo Napoli di Mazzarri (cosa ovviamente illogica)
3) I PUNTI SONO FRUTTO DELLE MOTIVAZIONI
Ancelotti, se gli andrà bene vincendo entrambe partite di campionato rimanenti, chiuderà il campionato al massimo alla pari di quanto fatto da Sarri al primo anno (82 punti). Ma basterà anche un solo pareggio per poter affermare che Ancelotti sarà arrivato dietro sia al “Sarri del 1° anno” che al “Sarri del 3° anno”.
Ciò quindi risolverebbe la questione a favore del NAPOLI di SARRI?
ASSOLUTAMENTE NO.
Perché i punti… vuoi o non vuoi… SONO FRUTTO DELLE MOTIVAZIONI: (la stessa Juve di questo finale di stagione ne è un ulteriore dimostrazione!)
Sarri ha avuto motivazioni enormi dalla 1a giornata del 2015 fino all’ultimo minuto col Crotone… (perché lui a sfondare la quota dei 90 punti ci teneva oltremodo… al punto da non concedere proprio per questo motivo neanche un minuto a Christian Maggio nella sua ultima apparizione al San Paolo).
Ciò perché anche nei primi 2 anni, nel momento in cui il sogno scudetto è sfumato, il Napoli ha dovuto continuare a lottare punto a punto con la Roma per l’ottenimento del secondo posto… che, peraltro, non era un “semplice” traguardo platonico ma significava la porta d’accesso diretta al Paradiso della Champions League.
Il NAPOLI di ANCELOTTI non ha invece assolutamente avuto le stesse motivazioni:
Ancelotti, in primo luogo, ha invece incrociato la JUVE (numericamente) migliore di SEMPRE (a differenza di Sarri che, anzi, al primo anno ha incrociato la peggiore partenza della Juventus degli ultimi 20 anni)
16 vittorie e 1 pareggio su 17 partite
19 vittorie e 2 pareggi su 21 partite.
24 vittorie e 3 pareggi su 27 partite.
Numeri che hanno “ucciso” la corsa allo scudetto, vinto sostanzialmente a febbraio, non quindi per demerito del NAPOLI che anzi… fino a quel momento ha tenuto un passo sostanzialmente molto positivo.
Ma, in secondo luogo, la vera differenza è stata l’assenza di un secondo stimolo in campionato dovuto da:
- la certezza quasi matematica avuta per tutto l’anno di arrivare secondi
- la certezza che anche nel caso di sorpasso dell’Inter, in termini pratici, non sarebbe comunque cambiato NULLA (con la qualificazione in Champions League comunque assicurata)
- la scelta… a quel punto ultra legittima… di dedicare le energie MENTALI (più che quelle fisiche) al sogno (tutt’altro che improbabile… a dispetto di come poi sia finita) di vincere l’Europa League.
La sconfitta di Empoli, i pareggi con Sassuolo e Genoa… e certamente anche i punti che potrebbero essere persi nelle ultime 2 giornate… hanno QUESTA SPIEGAZIONE.
NON ALTRE.
E questa ragione fa sì che un annata da 87-88 punti potenziali (che non avrebbero comunque garantito lo scudetto ma che sarebbero stati ampiamente nelle corde del NAPOLI di ANCELOTTI) si sia trasformata in un annata da 76-82 punti.
In altre parole, in un contesto di Serie A diverso (con Juve meno brillante e almeno un’inseguitrice più performante), come capitato a Sarri, il Napoli di Ancelotti avrebbe molto probabilmente ottenuto molti più punti di quanto in realtà fatto.
E’ dunque impossibile un confronto numerico equo visto che il contesto di Serie A (assolutamente indipendente dal “potere” sia di Sarri sia di Ancelotti) è stato PROFONDAMENTE diverso.
Un giudizio di superiorità di uno rispetto all’altro sarebbe stato quindi certamente EQUO solo se uno dei due avesse ottenuto un numero di punti nettamente maggiore dell’altro (cosa che quindi sarebbe accaduta solo nel caso di primo anno di Ancelotti con punteggio inferiore ai 70 punti o superiore ai 91). Cosa che però non è avvenuta.
Qualcuno dirà… “una grande squadra si vede anche da questo: dal concentrarsi su tutte le partite senza pensare mai alla prossima… al di là delle motivazioni”. Vero. Verissimo.
Solo i grandi allenatori possono riuscire in questo. Ma probabilmente neanche Ancelotti, che è sicuramente grande allenatore, sarebbe potuto riuscire in pieno (in contesto di Serie A così demotivante peraltro) in questo salto di mentalità al suo primo anno… quando, prima ancora, certamente aveva da affrontare il più difficile degli ostacoli:
cambiare il sistema di gioco che a Napoli, se non in Italia, rimarrà il più bello di sempre e che né lui né nessun altro riuscirà mai a ripetere.
Salto di qualità
Il NAPOLI è proprio di questo che ha bisogno: del SALTO IN AVANTI di MENTALITA’.
Perché in fondo anche lo spettacolare NAPOLI di SARRI, tutti i punti che ha perso… li ha persi per problemi di TESTA
(lo scudetto “perso in albergo” è solo l’episodio più famoso… ma anche
o la sconfitta con la Rona, successiva alla rete di Dybala al 91’ contro la Lazio
o la sconfitta all’andata con la Juventus condizionata, ancora una volta, dalla ingombrante presenza al San Palo di Higuain
o i pareggi… arrivati SEMPRE in tutte e 3 le partite successive alle 3 sconfitte (l’andata con la Fiorentina dopo la sconfitta con la Juve, il pareggio con l’Inter dopo la sconfitta con la Roma il pareggio col Torino dopo la sconfitta di Firenze).
Al secondo anno però… è lecito (se non doveroso) aspettarsi da un grande allenatore come ANCELOTTI… che questo passo avanti sia compiuto.
E ciò al di là… se lo scudetto dovesse davvero arrivare… oppure NO.
Vittorio de Gaetano