CAPITANO INSIGNE TOTTI – “Insigne sarà il Totti del Napoli”, diceva Antonio Ottaiano, manager dell’attaccante di Frattamaggiore prima che Lorenzo finisse nelle ‘grinfie’ di Mino Raiola. Al momento, però, Insigne sta ripercorrendo soltanto le tappe più difficili della carriera del Pupone. E’, sì, capitano della squadra della propria città natale e per la quale fa il tifo da bambino. Però il Magnifico ha anche eguagliato Totti in un aspetto poco edificante.
Prima della decisione di Ancelotti di spedirlo in tribuna per scelta tecnica, l’ultimo capitano ad essere escluso per questo motivo è stato proprio Totti. Però, quando Spalletti comunicò al Pupone la decisione di escluderlo dai convocati per il match interno vinto contro il Palermo del 21 febbraio 2016, l’ex attaccante della Roma aveva 40 anni. E non 28 come Insigne. Portare la fascia della squadra della propria città è una responsabilità molto grande. Mette pressione.
La punta di Frattamaggiore ne sa qualcosa. Tutti si aspettano sempre qualcosa di più dal ‘capitano indigeno’ e quando le cose non vanno per il verso giusto la cassa di risonanza è maggiore. La decisione di spedire Insigne in tribuna è significativa. Visto che Lorenzo è anche il capitano, diventa clamorosa. “Insigne sarà il Totti del Napoli”, si diceva. Al momento la punta azzurra ha vissuto solo gli aspetti negativi del ruolo. La speranza è che Insigne possa ripercorrere almeno in parte le gesta di Totti con la maglia della Roma. Domenica a Torino sarà una gara chiave per il prosieguo del rapporto tra l’attaccante di Frattamaggiore e Ancelotti. L’impressione è che dopo il clamore di Genk, Insigne possa tornare in campo per non alzare la cassa di risonanza delle polemiche. Il Napoli non ne ha bisogno, soprattutto in questo momento in cui i risultati della squadra sono ancora altalenanti.