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Il grande nemico del Napoli di Ancelotti è la mancanza di continuità. Impietoso il paragone con Sarri e Benitez

Ancelotti
Da quando il Napoli è guidato da Ancelotti non è mai riuscito ad andare oltre le 4 vittorie consecutive in tutte le competizioni. Mentre Sarri e Benitez...

Pur avendo rappresentato il secondo risultato utile di fila e avendo regalato il primato solitario nel suo girone di Champions League agli azzurri, il pareggio di Genk rappresenta per il Napoli una storia già vissuta dal finale triste, o quantomeno con l’amaro in bocca. Lo 0-0 contro la formazione belga è come un film già visto per i tifosi azzurri, che nell’ultimo anno e mezzo si sono dovuti confrontare idealmente con una squadra vittima di un virus interno per ora difficile da debellare: quello della mancanza di continuità in fatto di vittorie. Dall’arrivo di Ancelotti sulla panchina degli azzurri, infatti, la squadra – pur manifestando a tratti un potenziale enorme – non è mai riuscita a dare seguito ai risultati positivi conseguiti precedentemente, perdendo spesso tante occasioni importanti e vedendosi tagliata fuori dai traguardi che contano. Un pericolo da scongiurare che però, in questo momento, sussiste senza che si sia stato possibile porvi freno.

Il Napoli di Ancelotti è una squadra discontinua: parlano i numeri (e il paragone con Sarri è incredibile)

Da quando il Napoli è guidato dall’ex tecnico di Milan e Real Madrid, infatti, non è mai riuscito ad andare oltre le 4 vittorie consecutive in tutte le competizioni. Se in questa stagione, per adesso, la miglior striscia consecutiva di vittorie segna quota 3 (ovvero, dal 14 settembre al 22 settembre, Sampdoria, Liverpool e Lecce), nell’annata precedente la squadra azzurra aveva toccato il suo picco massimo soltanto a fine stagione, senza più obiettivi da raggiungere (un fattore che la dice lunga su quanto il Napoli sia molto più “rilassato” quando non c’è nulla da perdere). Dal 28 aprile al 19 maggio di quest’anno, infatti, per quattro giornate consecutive di Serie A gli azzurri hanno battuto – nell’ordine – Frosinone, Cagliari, Spal e Inter prima di perdere l’ultima stagionale a Bologna. Nel corso dell’annata per 3 volte il Napoli aveva raggiunto 3 vittorie di fila, senza però riuscire a dare seguito alla situazione.

In tal senso, il Napoli di Ancelotti perde nettamente il paragone contro quello di Sarri. Il record della gestione dell’attuale tecnico juventino risale addirittura alla prima delle tre stagioni sulla panchina del Napoli, la 2015/2016. In quell’occasione la squadra partenopea raggiunse addirittura le 7 affermazioni di fila, battendo – in un periodo di tempo tra il 26 settembre e il 28 ottobre 2015 – Juventus, Legia Varsavia, Milan, Fiorentina, Midtjylland, Chievo e Palermo. In generale, nelle sue tre stagioni, il Napoli di Sarri fu decisamente più continuo: nell’ultima annata furono raggiunte 6 vittorie consecutive (Benevento, Lazio, Spal, Feyenoord, Cagliari e Roma) ma anche una striscia di 5, ripetutasi peraltro dopo quella delle ultime gare del campionato precedente (che aveva visto il Napoli battere Inter, Cagliari, Torino, Fiorentina e Sampdoria).

Persino il paragone con la gestione Benitez risulta insufficiente. Basti pensare che nella sua seconda stagione – la peggiore delle due – il tecnico spagnolo fu comunque capace di inanellare 6 vittorie di fila con il Napoli: dal 18 gennaio all’8 febbraio 2015, gli azzurri sconfissero Lazio, Udinese in Coppa Italia (seppur ai rigori), Genoa, Chievo, Inter e di nuovo Udinese ma in campionato. Per un paio di volte durante la prima stagione, invece, lo stesso Benitez aveva già piazzato una streak di 5 vittorie consecutive, arrivando poi a vincere la Coppa Italia alla fine dell’annata.

Numeri impietosi

I numeri non mentono: per adesso, il Napoli di Ancelotti è quello meno continuo da 6 anni a questa parte, con la possibilità di peggiorare questo record nel 2020 (e con la speranza, invece, di crearne di nuovi, maggiormente positivi). Un problema che sembra risiedere probabilmente non solo in una mentalità destrutturata e ancora non maturata rispetto al passato ma anche a questioni potenzialmente tattiche (per la prima volta, almeno teoricamente, il Napoli sta giocando con “soli” 2 attaccanti rispetto ai 4 totali del 4-2-3-1 di Benitez e ai 3 complessivi del 4-3-3 di Sarri) e tecniche (molti giocatori sembrano schierati fuori ruolo). Una cosa è certa: qualora questo problema non venisse risolto in tempi brevi, qualsiasi possa essere la sua scintilla scatenante, difficilmente il Napoli potrà dire la sua nelle competizioni in cui è coinvolto. Con buona pace di un allenatore vincente ma, in questo momento, discontinuo.