L’attesa è finita. Ci siamo: la cerimonia di premiazione del Pallone d’Oro 2019 di France Football è prevista oggi alle 20 al Theatre du Chatelet di Parigi. I candidati rimasti in lizza dopo l’ultima scrematura sono trenta: tra questi, c’è anche il difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly. Le anticipazioni danno come grande favorito Lionel Messi per il quale si tratterebbe del sesto Pallone d’Oro, uno in più di Cristiano Ronaldo (probabilmente neanche sul podio). Un altro “caso Milito-Sneijder 2010″?
Dietrologia di un premio già deciso
Il premio assegnato da France Football, giornale fondatore della competizione, attraverso una giuria di 173 cronisti che valutano le prestazioni annuali dei giocatori seguendo questi parametri:
1) insieme delle prestazioni individuali e di squadra durante l’anno preso in considerazione
2) valore del calciatore (talento e fair play)
3) carriera
4) personalità e carisma
E allora perché, ci chiediamo, non darlo a Virgil Van Dijk? Secondo alcune indiscrezioni, il vincitore sarà per la sesta volta Leo Messi, ovvero colui che col Barca ha indicato la strada verso la Champions League (e la Supercoppa Europea) al Liverpool di Van Dijk. Eppure, a quanto pare, nemmeno quella rimonta pazzesca da 0-3 a 4-0 basta all’olandese per vincere il riconoscimento, che sarebbe il terzo difensore d’Oro dopo Sammer e Fabio Cannavaro: è ingiusto. Non perché vogliamo mettere in discussione il talento di Messi, lungi da noi. Ma perché i parametri, di cui sopra, dovrebbero celebrare il calciatore che ha inciso di più nella stagione. Tant’è. Basta spulciare negli annali, circa nove anni per l’esattezza, e vediamo che Milito e Sneijder dell’Inter del Triplete è depennata dalla competizione. Una decisione che fece inorridire tutto il mondo del calcio. Oggi, come allora, sapere che i primi tre posti siano a totale uso e consumo dei “soliti” giocatori, lascia di stucco gli amanti del calcio giocato al di là di tifo, colori e antipatie.
Andrea Fiorentino