SERIE A CAMPI INTERVISTA – La redazione di gonfialarete.com ha intervistato, in esclusiva, il dottor Giovanni Castelli, agronomo ufficiale della Lega Serie A. Con lui è stato fatto il punto sulla situazione dei campi da calcio in Italia.
Dottor Castelli, agronomo Serie A: “Spero che ciò che è accaduto a febbraio non si ripeterà più”
Il manto erboso può resistere a 4 partite in una settimana?
“Se prendiamo in considerazione lo stadio Meazza, possiamo dire che è sopravvissuto al derby di domenica sera, ed alle due semifinali di Coppa Italia giocate mercoledì e giovedì; lunedì sarà di nuovo pronto: in 8 giorni 4 gare.
La stessa cosa è accaduta 10 giorni fa, con i quarti di finale di Coppa Italia e le partite di Serie A.
La settimana prossima si giocherà Milan-Torino e mercoledì ci sarà l’Atalanta con la Champions. Poi arriverà l’Europa League. In 20 giorni, 10 partite. Le condizioni saranno praticabili, ma l’erba non ha il tempo di rigenerarsi. Ciò vuol dire che, mano a mano, dal punto di vista estetico il manto erboso non si presenterà gradevole, ma non perderà in giocabilità. In particolare, il manto di San Siro è ibrido, ovvero naturale rinforzato con sintetico, quindi resiste abbastanza bene, garantendo sempre una buona planarità della palla, anche se mi auguro che questo febbraio sia solo un’eccezione”.
C’è differenza di trattamento tra i campi del nord e quelli del sud?
“Ormai le differenze tra i manti erbosi dei campi di Serie A al nord e quelli al sud sono minime, perché al nord non nevica più come in passato, ma nevica spesso sulla costa adriatica. Le differenze di modalità di mantenimento si sono assottigliate, perché il clima non è più quello di venti anni fa, tranne che in alcuni momenti della stagione.
Gli accorgimenti, ovviamente, ci sono; il tipo di erba che si usa al sud è leggermente differente da quella del nord: al nord vengono usate specie erbose definite “microtermiche” che resistono meglio alle temperature più basse, mentre al sud si usano più spesso specie “macrotermiche”, come il bermudagrass”.
Da quanto manca al San Paolo? Come lo ha trovato?
“Al San Paolo ci sono venuto recentemente, circa 15 giorni fa. Posso dire che il terreno è in ripresa.
Non è il San Paolo a 5 stelle, come lo definisco io, degli anni addietro, perché c’è erba macrotermica e, purtroppo, quest’anno l’autunno a Napoli è stato più freddo e piovoso rispetto alla norma”.
Luca Cerchione
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