Periodo difficile per il calcio italiano, il problema sanitario legato al contagio del Coronavirus ha gettato nel caos una delle maggiori industrie del Paese. L’assemblea di Lega, settimana scorsa, ha decretato lo svolgimento del campionato di Serie A a porte chiuse. Nella giornata di ieri, pochi minuti prima di Parma-Spal, la situazione è precipitata di nuovo.
Il ministro dello Sport Spadafora e il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi hanno chiesto una maggiore riflessione e lo stop al campionato. Ma pur con 75 minuti di ritardo, la partita si è giocata lo stesso, e così tutte quelle di giornata. Infatti attraverso una nota ufficiale, la Lega dichiara di aver seguito tutte le direttive del decreto firmato dal premier Conte.
Coronavirus, in caso di stop al campionato classifica congelata e niente retrocessioni: lo scenario
L’edizione odierna della Repubblica ha provato ad analizzare la questione in tutte le sue sfaccettature. “Ma cosa succederebbe se un giocatore di Serie A risultasse contagiato? In Serie C è già successo a un atleta della Reggiana e al presidente del Novara. Molti club di Serie A hanno mandato a casa personale al seguito della squadra per febbre o raffreddori, qualcuno ha iniziato a chiedere tamponi e usare termoscanner prima degli allenamenti.
Un atleta contagiato imporrebbe lo stop del campionato. E, forse, la sua conclusione. Norme che dicano come comportarsi in un caso simile non ce ne sono: da ieri i telefoni dei presidenti di A bollono veicolando proposte e tensioni. In caso di stop, l’ipotesi è di congelare la classifica: nessuno scenderebbe in B, ‘perchè è ingiusto far pagare un prezzo così alto con 12 gare da giocare’.
Ma chi ha diritto di salire dalla B – in caso di stop, niente play off, quindi oggi solo 2 squadre, Benevento e Crotone – non potrebbe essere penalizzato. La soluzione? Serie A a 22 squadre nel 2020/2021. Lo scudetto invece potrebbe non essere assegnato.”
DALLA SPAGNA – BARCELLONA-NAPOLI A PORTE CHIUSE, SI ATTENDE L’UFFICIALITA’
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