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AZZURRO SBIADITO – Michu e un mancato tiro in porta che grida vendetta

Michu
Azzurro Sbiadito, episodio 11: Michu, il killer delle difese di Liga e Premier League che a Napoli prese una delle decisioni più sbagliate di sempre

Azzurro Sbiadito è la rubrica nella quale si raccontano le carriere di calciatori che nel Napoli non solo non hanno lasciato un segno positivo ma che, anzi, vengono ricordati soprattutto per prestazioni negative o incolori. Potenziali campioni che invece si sono rivelati degli acquisti infelici.

Come si può passare dall’essere uno dei giocatori più letali per le difese della Premier League a macchinoso attaccante impaurito anche dalla responsabilità di un tiro in porta? La risposta può arrivare da diversi fattori: mancanza di continuità, qualità limitate, soprattutto infortuni. Nel caso di Miguel Pérez Cuesta, meglio noto come Michu, specialmente l’ultimo slot citato ha fatto la differenza. Dopo un inizio di carriera sportivamente conturbante, lo spagnolo di Oviedo ha incrociato il Napoli in un momento difficile non solo per sé stesso ma pure per il club. I risultati? Ovviamente catastrofici.

Azzurro Sbiadito, episodio 11: Michu

La carriera di Michu ritrae un giocatore estremamente polivalente nella fase offensiva. Lo spagnolo infatti ha giocato trequartista, seconda punta e centravanti garantendo (quasi) sempre grandi prestazioni. Inizia la sua avventura calcistica nel Real Oviedo (di cui, nel 2012, insieme a Santi Cazorla e Juan Mata acquisirà alcune azioni) nel 2003, dopo tantissimi anni trascorsi nelle giovanili. In 4 stagioni nelle serie minori mette a segno 13 gol in 103 presenze. Numeri certamente da non strapparsi i capelli. Michu è ancora un giocatore acerbo. Ma l’esperienza di altri 4 anni con il Celta Vigo, in Segunda Division, comincia a consentirgli dei miglioramenti anche in fase realizzativa. Dal 2007 al 2011 arrivano 27 gol in 140 partite.

L’anno successivo, finalmente, per lui arriva l’esordio in Liga. E, in maniera piuttosto incredibile, il timido Michu guarda ora la porta con l’instinto del killer. Lo spagnolo si scopre un goleador: 39 presenze stagionali, 17 volte in rete. Diventa il secondo miglior goleador debuttante in campionato, pur giocando dietro la punta Diego Costa. Una prima grande stagione nella massima serie spagnola che gli vale addirittura un trasferimento nel campionato più bello del mondo. Michu arriva allo Swansea consapevole che serviranno maggiore impegno e attenzione superiore per ripetere gli exploit della Liga. E forse neanche lui si aspettava di poter fare tanto bene, dal primo momento.

Michu mette a segno 22 gol in 43 partite: sarà il suo record personale, l’highlight della sua carriera. In Premier League, nello specifico, i gol saranno 18, peraltro senza rigori. Per lui, nel 2013, si aprono pure le porte della Roja: esordio contro la Bielorussia, rimarrà però l’unica gara con la Nazionale spagnola, vuoi per la concorrenza, vuoi per gli infortuni. Già, proprio i problemi fisici che si sono portati via un giocatore nel pieno della maturità.

La stagione 2013/2014 è al di sotto delle aspettative: infortuni prima al ginocchio e poi alla caviglia destra. Perde continuità, segna soltanto 6 gol (di cui 4 in Europa League) giocando la metà delle partite. Non è più al top della forma ma di certo non sembra un giocatore finito. Così, nell’estate del 2014, il Napoli tenta la geniale intuizione, prendendolo in prestito con diritto di riscatto.

Un passaggio incomprensibile

Michu, in virtù delle capacità da jolly elencate prima, sembra il calciatore perfetto per il 4-2-3-1 di Rafa Benitez. Purtroppo la sua stagione sarà desolante: giocherà soltanto 6 partite senza mai segnare, con l’ultima presenza addirittura a ottobre. I guai al ginocchio sono infatti tornati e non lasciano scampo. Eppure, la storia di Michu al Napoli sarebbe potuta cambiare in almeno due partite. Nella seconda, di tono minore, contro il Torino prenderà una traversa. Poco male, il Napoli vincerà comunque 2-1.

La prima, però, la ricordano ancora tutti: durante il debutto contro l’Athletic Bilbao, nella gara d’andata dei preliminari di Champions League, lo spagnolo riceve un invitante pallone davanti alla porta sul punteggio di 1-1. Il Michu dei bei tempi andati l’avrebbe scagliato in porta, per poi andare a festeggiare sotto la curva. La pallida copia del bellissimo giocatore precedente – quella approdata a Napoli – inspiegabilmente passa il pallone all’indietro, vanificando un’azione che ancora oggi fa rabbrividire tutti i tifosi azzurri.

Inutile dire che Michu non viene riscattato. Torna allo Swansea ma rescinde il contratto nel 2015 a causa dei troppi problemi fisici. Si ritrova a giocare addirittura in quarta divisione spagnola, nel Langreo, per poi chiudere la carriera nel 2017 con il ritorno al Real Oviedo. Recentemente, proprio Michu è tornato alla ribalta grazie alle parole di Haaland, che lo ha definito il suo idolo (con lo spagnolo che gli ha regalato una sua maglia). Speriamo per lui che si riferisca al suo periodo in Premier League e non a quello partenopeo, colorato di un azzurro sbiadito.

AZZURRO SBIADITO, EPISODIO 10: MARIO SANTANA

Claudio Agave

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