La Repubblica intervista il tecnico della Sampdoria, Claudio Ranieri. Otto dei suoi calciatori sono risultati positivi al coronavirus e chiede massima sicurezza alla ripresa delle competizioni.
La Repubblica – Ranieri: “Con la salute non si scherza. Prima del campo chiedo massima sicurezza”
“Il governo può dire ricominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza. Ficchiamocelo in testa, a fine partita il sistema immunitario di un calciatore si abbatte. Con una gara ogni tre giorni il quadro può essere devastante. Ha fatto bene il presidente Conte a emanare quel decreto sul divieto agli sportivi professionisti, in modo da togliere idee strane. Non entro nella polemica, dico cosa dobbiamo aspettarci alla ripresa: chi è stato colpito dal virus, durante i primi allenamenti si sentirà fiacco. Come ha detto il mio presidente Ferrero un giocatore non è una macchina che si spegne e si riaccende, prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione. Sarà peggio di un ritiro estivo, perché c’è l’aggravante, per chi è stato contagiato, della malattia. E prima del campo, insisto: massima sicurezza. Poi, dopo il via libera, starà all’allenatore e allo staff capire chi può reggere una gara e chi no. Tra l’altro si ipotizzano 3 partite a settimana, tutte a pieno regime. Cosa già difficile prima che arrivasse il coronavirus. Difficile prevedere un ritorno in campo. “L’Italia è sommersa come se fossimo in guerra. Gli ospedali delle grandi città in ginocchio: pensi quelli di provincia o se il dramma del Nord fosse capitato al Sud, con strutture meno idonee e ricettive. Senza contare che le trasferte sono viaggi e in Italia non ci sono più zone franche. Quando luoghi e alberghi saranno sicuri? Si parla di gare in campo neutro, escludendo qualche regione. Non sono d’accordo: o si riprende tutti o nessuno. Sorrido quando in tv vedo gente che corre nei parchi. Siamo diventati un popolo di maratoneti. Non si può e basta, smettiamola di complicare il lavoro di chi ci deve curare”.
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