CORONAVIRUS PRANDELLI – Cesare Prandelli, ex CT della Nazionale, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de Il Mattino riguardo l’attuale emergenza Coronavirus. Focus particolare sulla sua Orzinuovi, uno dei focolai della pandemia. L’allenatore ha anche parlato della possibile ripresa della stagione: “Magari il calcio sarà pronto a ripartire tra due mesi ma siamo sicuri che tra due mesi le persone saranno pronte per il calcio e a mettersi alle spalle così in fretta i lutti e le paure? Perché io fatico a credere che sia così semplice tornare a vedere le partite, passare dalle bare che escono in fila sui camion dell’esercito a fare il tifo per i giocatori che corrono su un terreno di gioco”.
Prandelli: “Focolaio a causa di una partita di bocce”
“La colpa è stata forse di una partita di bocce con quelli di Codogno. Probabilmente è lì nel bocciodromo che ci sono stati i contagi involontari. Ma secondo altri c’entra il mercato del fieno, che è assai importante. E, dicono, c’era tanta gente di Lodi. A un certo punto c’è stato un senso di impotenza. Il mio amico Danfio con cui ero stato al bar in piazza prima di partire per Firenze è morto in una settimana. L’ho chiamato senza sapere che stava male e non mi ha risposto. Ho saputo che non ce l’aveva fatta”.
Come Prandelli immagina la ripresa
“E’ un sogno il mio: mi auguro che sia l’occasione per cambiare. Siamo di passaggio, questo mondo non è nostro, e la natura pare che si sia rivoltata contro di noi e ci ha mandato un messaggio: bisogna darsi una regolata. C’è da rivedere tante cose, la sanità , l’università , la ricerca”.
Serena Grande
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