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Premier League, retromarcia Tottenham: no alla cassa integrazione, saranno versati gli stipendi di aprile e maggio

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CORONAVIRUS TOTTENHAM – Giorni caotici in Inghilterra. Il governo Johnson ha varato il Coronavirus Job Retention Scheme (CJRS) per evitare il collasso dell’economia. Alcuni club di Premier League hanno subito fatto riferimento a questo strumento per mettere in cassa integrazione i propri dipendenti. Immediata la reazione indignata di tifosi ed ex calciatori.

Retromarcia Tottenham: rinuncia al CJRS e versamento stipendi di aprile e maggio

Secondo quanto riporta l’edizione di Sport Mediaset, l’ira dei propri sostenitori ha fatto riflettere il Tottenham, uno dei club che ha aderito al provvedimento. Il club di Londra ha annunciato, attraverso un comunicato ufficiale, l’inversione di rotta che prevedeva la cassa integrazione per i dipendenti e pagherà i salari di aprile e maggio. Il primo club andato in controtendenza con CJRS è il Liverpool che ha virato quasi all’istante verso un comportamento più umano in una situazione di crisi globale.

Cosa prevede il CJRS

I datori di lavoro, praticamente di tutti i tipi di società, possono mettere “on furlough” (una sorta di cassa integrazione, ndr) i propri dipendenti con lo Stato che paga l’80% (lordo) del loro stipendio, fino a un massimo di 2500 sterline al mese.  Questo può avvenire solamente previo un accordo tra datore e dipendenti (difficilmente questi ultimi direbbero di no, con il rischio di non avere più uno stipendio né un lavoro) e, se volesse, il restante 20% potrebbe essere aggiunto dal datore di lavoro. Un provvedimento che vale per ora tre mesi, da marzo a maggio, prorogabile dal Governo.

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Antonio Del Prete

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