FABIAN MERCATO – Alvaro Torres, agente fra gli altri di Fabian Ruiz e Luis Alberto, ha rilasciato un’intervista a Calciomercato.it, dove ha parlato del suo lavoro ai tempi di Coronavirus. “Grazie alla tecnologia non ci fermiamo, ma è tutto limitato rispetto alla nostra quotidianità”. Secondo il procuratore la prossima sessione di mercato sarà caratterizzata da scambi e prestiti, a causa del periodo di incertezza che anche il mondo del calcio sta vivendo. Di seguito qualche stralcio dell’intervista.
Alvaro Torres: “Tutti vogliamo completare le competizioni, ma bisogna essere responsabili”
“Ci sono due prospettive per analizzare il tema. Da quella sportiva ed economica, siamo tutti d’accordo nel voler completare le competizioni. Interessa a tutti: giocatori, club, media, tifosi… Mi pare palese. Detto questo, ora come ora va privilegiata quella umana. Mi risulta difficile pensare che si possa tornare in campo prima che la situazione si sia normalizzata a livello sanitario. Bisogna essere responsabili: nella Liga si parla di un ‘miniritiro’ di due settimane, mi sembra pochissimo.
Lo stop dei giocatori è più lungo e più inattivo rispetto a quello estivo, quando per ricominciare si ha a disposizione circa un mese e mezzo. Inoltre, si ha l’intenzione di giocare subito ogni tre giorni: vedo un enorme rischio di infortuni e va valutato dove ci si curerebbe in tal caso, visto che non c’è un’assistenza sanitaria in condizioni normali. Il personale degli ospedali sta facendo un lavoro magnifico, ma ci sono tanti contagi anche tra loro. Le squadre viaggerebbero in aerei, treni, si sposterebbero di hotel in hotel. Se si contagiassero vari calciatori della stessa squadra, cosa faremmo? Non c’è ancora un piano per tornare alla vita normale per le persone e per le imprese, ma sembra che i calciatori non siano persone normali”.
Sulla questione dei contratti in scadenza il 30 giugno
“È una situazione nuova, in evoluzione, è difficile averne certezze. La FIFA raccomanda di prolungarli, ma non può obbligare nessuno a farlo in quanto ciò dipende dalla legislazione di ogni paese. Pertanto, a fare la differenza sarà la volontà dei singoli giocatori e dei club, a meno che non intervengano i governi, cambiando le date di scadenza dei contratti in essere”.