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Interviste

SIMA, il vicepresidente a Radio Marte: “Non è un caso che il virus abbia colpito la Padania più del sud” (Esclusiva)

Coronavirus

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto il Professor Prisco Piscitelli, ricercatore e vicepresidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA).

SIMA, il vicepresidente a Radio Marte: “Non è un caso che il virus abbia colpito la Padania più del sud” (Esclusiva)

“La società di medicina ambientale è stata la prima, precisamente il 16 marzo, a far balenare l’evidenza epidemiologica che i territori più colpiti siano non a caso quelli della Pianure Padana, una delle zone più inquinate d’Europa. Da qui lo studio che ci ha portati a dimostrare che il virus del Covid-19 resta nel particolato atmosferico e può diffondersi attraverso di esso.

Nella nostra prova sperimentale abbiamo trovato l’RNA, il genoma virale, sul Pm10 dell’area di Bergamo. Questo ci dice che è possibile ritrovare il virus adesso al particolato almeno ad una certa temperatura e stabilità climatica.
Questo noi lo proponiamo come indicatore precoce di future recidive dell’epidemia, la quale adesso prevediamo possa avere un crollo, ma nessuno può escludere che possa esserci una ricaduta.

Non sono d’accordo col dire che possiamo solo attrezzarci di mascherine e aspettare il vaccino, noi possiamo fare di tutto per ridurre il particolato, tante città lo fanno già, mi viene in mente Ferrara, dove si usa molto la bici e si gira poco in auto, ma si possono fare tanti altri esempi, si può per esempio trarre spunto da questo periodo per agevolare e preferire sempre più lo Smart working. Noi possiamo fare tante cose per ridurre il particolato, non possiamo rassegnarci a viaggiare su questi valori di inquinamento atmosferico elevati.

Il caldo è il primo nemico del virus e quindi meglio un’estate al mare? Il professor Tarro non si inventa nulla, è giusto quello che dice perchè basato sulle osservazioni generali per quanto riguarda le temperature di sopravvivenza di un virus. Non è un caso se le influenze arrivano in inverno. Dalle osservazioni emerge che le zone più colpite sono quelle in cui non si registrano temperature elevate che potrebbero aiutare a diminuire il contagio come è avvenuto al sud, probabilmente anche questo non è un caso.

Come la nostra scoperta influenzerà la ripresa? Utilizzando tutti le mascherine per un certo periodo di tempo possiamo limitare la circolazione del virus. Certamente non conosciamo quanto tempo ci vorrà per far sì che non ci sia più traccia del virus nella nostra atmosfera, ma possiamo fare qualcosa di concreto per combatterlo. Possiamo ridurre l’inquinamento, perché è un elemento che predispone le persone fragili al contagio. Noi non sappiamo ancora il virus per quanto rimane attaccato al particolato e per quanto resta contagioso, questo sarà oggetto di future ricerche.
Se tutti noi indossiamo le mascherine e riduciamo gli affollamenti possiamo aiutare a diminuire il contagio. Bisogna incentivare lo smart working e incentivare quelle forme di mobilità che abbattono l’emissione di polveri sottili”.

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