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Fassone: “Gli allenamenti individuali nel calcio sono poca cosa. A Napoli vissuto un periodo molto bello” [ESCLUSIVO]

Marco Fassone
A Radio Marte nel corso della trasmissione "Si gonfia la rete" di Raffaele Auriemma è intervenuto Marco Fassone, dirigente

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Marco Fassone, dirigente.

Fassone: “Gli allenamenti individuali nel calcio sono poca cosa. A Napoli vissuto un periodo molto bello” [ESCLUSIVA]

“Ripresa del calcio? Ovviamente tutti avremmo voglia di ricominciare a muoverci e gradualmente andare verso una vita normale. Pare però che i presupposti non ci siano ancora. E pare che per gli sport di squadra la prudenza costringa a rallentare molto. La possibilità di fare allenamento individuale per uno sport come il calcio è poca cosa. I tempi per potersi preparare alle competizioni sono invece molto lunghi. La voglia c’è ed è indubbia ma credo che la prudenza debba giocare ancora un ruolo forte in questa fase.

Adesso vedo il calcio da fuori e quindi forse lo guardo in maniera più distaccata, quando ero dirigente sostenevo posizioni di interesse dei miei club. Sento tanti Presidenti con idee diverse, nelle affermazioni leggo interessi specifici, di chi spinge per giocare e non. Guardandola da fuori io dico che sarebbe importante giocare anche per il punto di vista economico se potessimo avere in maniera breve certezze sul memorandum sottoposto alle autorità. Nella realtà però nessuno sa rispondere: non lo sanno gli scienziati, i politici. Quindi senza risposta su presidi e protocolli o anche i contratti in scadenza, ecco che diventa difficile prendere una decisione.

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Condizione dei giocatori? Per riprenderla a livello individuale e di squadra serviranno tempi lunghi. Ed è una delle ragioni che mi induce a ritenere che sarebbe quasi dannoso iniziare con questi allenamenti per poi magari interromperli, perché non c’è alcuna certezza per quelli di gruppo.

Playoff? Mi sembra francamente molto difficile. Tra tre ipotesi – riprendere il campionato, fermarsi come altri sport o formula diversa – quest’ultima ha il 5-10% di possibilità di verificarsi. Bisognerebbe cambiare tutte le regole, trovare una serie di accordi e trovare una soluzione sui contratti e sullo slittamento della prossima stagione.

La cosa più bella del mondo sarebbe ricominciare, seppur con stadi vuoti e orari che si accavallano. Chi può decidere se è sicuro giocare? Il calcio è un’azienda di importanza colossale per il nostro Paese. Io stesso avevo la convinzione che la richiesta di giocare servisse per limitare le perdite. Però è anche vero che viene spesso trascurato il punto di vista dei calciatori. Qualcosina ha detto Tommasi, poi ha parlato anche Tardelli che può essere il prossimo Presidente. Credo che i calciatori siano molto perplessi e preoccupati di poter ricominciare. Se si dovesse prendere la decisione di sospenderlo, credo che i calciatori sarebbero molto più sensibili sulla riduzione dei salari. Si tratta di prendere la decisione più di buonsenso, a livello economico cambia poco.

Triennio a Napoli? Vivendo certe cose da dirigente mi sono emozionato al quadrato, quei tre là davanti erano fortissimi. Il divertimento di quando il Napoli ripartiva e i giocatori che spingevano tutti. Penso che quello sia stato un Napoli che ha divertito, che per la prima volta dopo anni si riportava ai vertici delle classifiche. Per me quel periodo lì è stato molto bello, di un bel calcio visto a Napoli”.

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