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Sneijder ricorda l’esperienza al Real Madrid tra alcol e rock’n’roll: “Spesso sono rimasto solo, la vodka la mia migliore amica”

Al-Gharafa's Wesley Sneijder reacts on the pitch during the AFC Champions League Group A football match between Qatar's Al-Gharafa and Tractor Sazi Tabriz of Iran at the Thani Bin Jassim Stadium in Doha, on February 19, 2018. / AFP PHOTO / KARIM JAAFAR (Photo credit should read KARIM JAAFAR/AFP/Getty Images)

SNEIJDER REAL MADRID – All’interno della sua biografia Wesley Sneijder, uno degli eroi del triplete dell’Inter del 2010, rivela alcuni aneddoti relativi alla sua esperienza al Real Madrid. Il centrocampista olandese racconta di essere caduto nella trappola dell’alcol. Non è riuscito a resistere alla fama riservata ai calciatori che vestono la maglia dei Blancos. Rimasto spesso da solo, si è rifugiato nella vodka, diventata col tempo la sua migliore amica.

Sneijder: “Da giocatore del Real Madrid vieni idolatrato e adorato. Ma non posso dire di aver resistito a lungo”

“Ero giovane e ho apprezzato il successo e l’attenzione sul sottoscritto. Ma qualcosa deve essere andato storto li’. Niente droghe, ma alcol e rock’n’roll. Mi ci sono abituato, come una delle stelle della famiglia reale olandese. Da giocatore del Real Madrid vieni idolatrato e adorato. Ma non posso dire di aver resistito a lungo. Ho giocato abbastanza bene, ma in molti hanno detto che in relazione alle mie qualità avrei potuto fare ancora meglio.

Spesso in Spagna sono rimasto solo e vedevo il piccolo Jessey davvero poco. Potevo solo stare da solo. A proposito, perché restare soli quando hai abbastanza amici con cui passare il tempo libero? Non mi sono reso conto che la bottiglia di vodka era diventata la mia migliore amica. Fisicamente, non me ne accorgevo nemmeno. Il giorno dopo mi svegliavo come se nulla fosse accaduto. Ho continuato a giocare, ma meno bene e nettamente meno concentrato rispetto ai miei standard abituali.

Il mio atteggiamento non era degno del Real Madrid. Ho mentito a me stesso, dicendomi che stava andando bene e mi sono aggrappato alla mia intelligenza calcistica. Sono obiettivamente affondato fisicamente. Correvo molto di meno, lo nascondevo molto con la mia tecnica. Pensavo personalmente che nessuno se ne accorgesse”.

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Antonio Del Prete

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