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Serie A, Guidolin: “Vince chi recupera meglio. Anche dal punto di vista nervoso”

“Difficile dare una spiegazione valida – spiega il tecnico veneto a Gazzetta, circa il rendimento migliore o peggiore delle squadre di serie A dopo la ripresa del campionato – perché è una situazione mai vissuta prima: dopo 100 giorni d’inattività più o meno totale ci si gioca tutto in 40 giorni. I giocatori, che arrivano da ogni parte del mondo, nel lockdown si sono allenati in vario modo: sui tapis-roulant, all’aperto, in cantina o nei garage anche in base al posto dove si trovavano. La loro condizione alla ripresa era quindi differente. Le squadre poi, per affrontare quello che io chiamo un mini-torneo, si sono trovate che alla ripresa non potevano affrontare una preparazione graduale come quella solita, di luglio. In una situazione così è evidente che lo staff, inteso in senso globale ovvero allenatore, preparatore, medico, fisioterapista, non può sbagliare nulla. Tra una partita e l’altra non c’è l’allenamento classico ma sedute basate sul recupero. Importante è sapere ricaricare le pile anche dal punto di vista nervoso”.

Serie A, Guidolin: “Vince chi recupera meglio. Anche dal punto di vista nervoso”

“Giocare in uno stadio deserto – prosegue l’ex mister di Vicenza e Udinese – è un’altra realtà rispetto a quella cui sono abituati i calciatori. Potrebbe dare l’impressione di un’amichevole, ma qui ci sono punti pesanti in palio. L’abilità individuale e collettiva è quella di essere sempre pronti. Ma il grande campione è quello capace di dare sempre il massimo. Che sia una finale di Champions o una partitella in allenamento lui sa fare la differenza”, conclude Guidolin.

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