Il Napoli ha chiuso con la vittoria sulla Lazio il più assurdo campionato che la storia ricordi al settimo posto, là dove lo aveva lasciato Ancelotti a inizio dicembre. Lo ha concluso con l’infortunio muscolare di Insigne, preoccupante perché mancano sei giorni alla super sfida con il Barcellona. È uscito in lacrime, Lorenzo, perché per niente al mondo salterebbe la sfida al Camp Nou. Il Napoli non faceva registrare da undici stagioni un piazzamento simile: alla fine del torneo 2009-2010 (tecnico Mazzarri) la squadra si era classificata sesta. Il campionato è peraltro diventato accessorio per gli azzurri dopo la conquista della Coppa Italia ma questo non basta a giustificare una serie di deludenti prestazioni. Meglio ieri, soprattutto nei primi venti minuti, contro la Lazio. Velocità, giocate di prima, profondità. Ma il cedimento difensivo si è puntualmente registrato.
La squadra di Inzaghi è cresciuta e ha trovato il pareggio perforando gli azzurri sul lato destro. Immobile ha festeggiato la Scarpa d’oro 2020 con l’aggancio a Higuain, 36 gol in un campionato come era riuscito a fare il Pipita nella terza e ultima stagione azzurra.
Il Mattino – Napoli, venti minuti buoni non basterebbero al Camp Nou
Gattuso ha provato per 9-10 undicesimi la squadra da schierare a Barcellona tra sei giorni, compreso Callejon, a cui Insigne aveva consegnato la fascia di capitano nel giorno della sua ultima partita al San Paolo. Dovendo segnare un gol e non difendersi a oltranza perché l’1-1 è un vantaggio per il Barça, gli azzurri dovrebbero giocare così come hanno fatto nei primi venti minuti contro la Lazio. Con la stessa aggressività, provando a sfruttare gli spazi che la difesa blaugrana concede, proprio come i biancocelesti al San Paolo. E con una concentrazione feroce in difesa, da favorire con un assetto equilibrato. Ma venti buoni minuti a Barcellona ovviamente non basterebbero. Il centrocampo azzurro ha sofferto ieri sera sul 2-1. Una settimana di lavoro “normale”, dopo 14 partite in 45 giorni, aiuterà la squadra sul piano fisico e mentale. Incoraggia, in certi momenti, una vittoria come quella sulla Lazio. La tensione va gestita: da censurare gli scontri tra Gattuso e Inzaghi e i giocatori nel secondo tempo in una partita letteralmente di fine stagione.
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