I Gunners hanno dunque congedato 55 dipendenti e la notizia non è di certo passata inosservata, piuttosto ha scatenato una vera e propria polemica.
Arsenal, licenziati 55 dipendenti: “Dobbiamo restare in Champions”. Critiche per Ozil
Il motivo è semplice: nonostante la necessità dei tagli, per l’Arsenal il ritorno in Champions League è cruciale per le prospettive finanziarie a lungo termine. Il club ha deciso che la squadra deve migliorare se vuole diventare finanziariamente sicura. “Negli ultimi anni abbiamo costantemente investito in personale aggiuntivo per far progredire il club, ma tenendo presente la prevista riduzione dei ricavi, ora è chiaro che dobbiamo ridurre ulteriormente i nostri costi per assicurarci di operare in modo sostenibile e responsabile, e per consentirci di continuare a investire nella squadra”, hanno affermato Sanllehi e Venkatesham. L’Arsenal conta attualmente su 590 dipendenti, e l’ex leader laburista Jeremy Corbyn, tifosissimo Gunners, ha detto che spera ancora che il club sarà in grado di proteggere tutti posti i lavoro: “Spero che nel processo di mediazione che segue le notizie odierne saranno in grado di trovare modi per proteggere il lavoro di tutti i membri del club e delle persone che hanno servito così lealmente la società”. I tifosi londinesi, infatti, hanno cominciato ad attaccare Mesut Ozil e il presidente americano Stan Kroenke. Il licenziamento di oltre cinquanta membri dello staff secondo la maggior parte dei sostenitori è davvero ingiusto, soprattutto se si considerano alcuni fattori, in primis gli averi del patron a stelle e strisce. Lo statunitense ha un patrimonio netto stimato attorno ai 6,5 miliardi di dollari e avrebbe potuto benissimo optare per scelte differenti. Tra gli epurati dovrebbero esserci anche Francis Cagigao e Brian McDermott. Per capirci, quelli che hanno scoperto Hector Bellerin, Cesc Fabregas e Gabriel Martinelli.
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