NAPOLI GATTUSO – Gennaro Gattuso, direttamente da Barcellona, ha presentato la sfida contro il blaugrana. Il ritorno degli ottavi di Champions è un crocevia per la stagione degli azzurri che voglio tentare l’impresa contro una grandissima squadra.
Napoli, Gattuso: “Quando giochi questo tipo di partite devi ricordare da dove sei partito. Domani serve una grande prestazione”
“Sappiamo che per noi sarà una partita molto difficile. Conosciamo le qualità e il tipo di gioco del Barça, abbiamo la consapevolezza di giocare contro una grandissima squadra. Sappiamo di dover fare una grande prestazione e forse non basterà nemmeno.
Insigne? Lorenzo ieri ha lavorato in parte con il gruppo, oggi in modo completo. Voglio sentire dalla sua bocca che è al 100%, se non sarà così non giocherà dal primo minuto.
Su Lozano non è cambiato nulla, dopo il lockdown ha lavorato bene ed ha rispettato le richieste mie e dello staff, per questo ha avuto più minutaggio. E’ un giocatore che cerca l’uno contro uno, va sempre negli spazi e può fare la differenza.
Questo distacco dalla partita d’andata chi ha favorito di più? Tutto il calcio mondiale è stato bravo a far ripartire la macchina. Ma questo non è calcio, abbiamo giocato ogni tre giorni con tanto stress. Fortunatamente abbiamo vinto la Coppa Italia, abbiamo raggiunto l’obiettivo e per questo motivo abbiamo giocato alcune partite con il freno a mano. Non so chi abbia avuto più vantaggio tra noi e il Barcellona. Penso che dalla partita d’andata ad oggi siamo migliorati in più aspetti.
Bisogna saper leggere bene i dati e i numeri. Purtroppo in Italia non si leggono bene i numeri, si pensa solo al mio passato da calciatore. Se l’organizzazione tattica viene scambiata per “difensivismo”, va bene. Prima di toglierti questa etichetta ci vuole un po’ di tempo.
Senza pubblico il Napoli è avvantaggiato? Il pubblico è il calcio, senza di loro non è calcio. Il pubblico ti da vibrazioni, ti fa sentire di più la partita. A volte ti avvantaggia, altre volte no. I tifosi fanno parte del contesto del calcio. Probabilmente abbiamo un piccolo vantaggio, non avere 90mila persone che ti remano contro è un vantaggio perché c’è bisogno di tanta personalità per sostenerlo. Secondo me non aver vinto ancora nulla dà più forza al Barcellona. Sono abituati a vincere, quando sei abituato a farlo poi vuoi vincere sempre.
Noi domani abbiamo l’Everest da scalare. In questi mesi ho sentito tante barzellette: “Il Barcellona non ce la fa, non è in forma”. Alla fine hanno solo due giocatori squalificati, per il resto hanno recuperato tutti.
Fabian Ruiz è un giocatore che ha ancora grandi margini di miglioramento. Ha grandi capacità tecniche e di palleggio, può ancora migliorare. Ha un grande carriera davanti a lui. Questo tipo di partite per i ragazzi giovani come Fabian, Zielinski, Elmas sono un’esperienza tutta da vivere. Se un giocatore vuole diventare un campione deve passare per queste partite. Domani non bisogna avere paura, bisogna godersela a giocarsela.
All’andata non li abbiamo colpiti in contropiede, ma sempre sul palleggio. Loro sono a loro agio quando hanno palla, noi dobbiamo essere bravi ad uscire dalla loro pressione. La partita di domani deve essere giocata bene tecnicamente e tatticamente. Se pensiamo di venire qua e avere la presunzione di andare a prenderli alti ci faranno del male, hanno tanta qualità.
Da giocatore ho giocato tante volte questo tipo di partite, da allenatore però è diverso. Domani parlerò con la squadra. Quando si giocano questo tipo di partite bisogna ricordare l’infanzia, da dove si è partiti. Penso che i miei giocatori devono ricordarsi da dove sono partiti e vedere dove sono oggi. Ricordarselo non fa male.
Il Barça non è una questione di numeri, è la sua metodologia, è il suo modo di tenere il campo. Per me non è importante il modulo, è importante come tengono il campo. E’ la loro mentalità, la loro funzionalità di vedere il calcio.
Su Puig mi sono espresso due anni fa, è già un campione. Fa sembrare grandi giocate delle giocate normali. E’ uno spettacolo vederlo giocare, fa bene al calcio, alle persone che amano il calcio. Questo è merito della cantera della squadra”.
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Antonio Del Prete
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