Cesare Prandelli ha parlato alla vigilia della gara di Coppa Italia che si disputerà domani al Friuli contro l’Udinese (fischio d’inizio alle ore 17:30).
Fiorentina, Prandelli: “Dati imbarazzanti contro il Benevento. Ora poche chiacchiere, dimostriamo”
“Al momento si gioca senza pubblico, per cui le mie considerazioni sono quelle di scegliere i giocatori che non hanno paura e hanno una condizione fisica intensa: solo così si costruisce la mentalità – esordisce Prandelli -. Prima bisogna cercare un gruppo e una mentalità con la voglia di restare sempre squadra. Vuol dire correre di più, l’altro giorno i dati sono stati imbarazzanti. Il Benevento ci ha sovrastati in tutto ed è per questo che abbiamo perso la partita. I dati sono quelli e vanno interpretati. Bisogna capire come fare in poco tempo a cambiare per dimostrare di essere una grande squadra. Vlahovic è stato l’unico giocatore ad aver superato determinati dati in campo. Dobbiamo essere più avvolgenti nella manovra per mettere i giocatori offensivi nelle condizioni di andare a calciare in porta e rendersi pericolosi. Dobbiamo essere propositivi ma con lo spirito battagliero. Domani abbiamo una partita di Coppa Italia e dobbiamo provare a passare il turno ma sarà importante la prestazione. Serve una partita vera. Quelli che stanno bene vengono per giocare, giovedì penseremo alla gara contro il Milan. Il presidente l’ho sentito, è stato chiaro e preciso come sempre. Lui vuole la grinta, è una parola ricorrente quando parlo con lui. Starà a me dare l’input della grinta alla squadra. Se sono arrivati a questi livelli non penso che siano diventati d’un tratto giocatori senza intensità e voglia di riconquistare palla col collettivo, penso sia stato molto meglio giocare subito. Poche chiacchiere e si va in campo. Voglio vedere se i giocatori hanno capito il messaggio e se la squadra ha la capacità di reagire alle pressioni. Quando si ha la sensazione di avere una squadra impaurita, l’unico modo per andare oltre è affrontare la paura. La partita di domani può essere d’aiuto. L’esordio contro il Benevento? Abbiamo tenuto un buon atteggiamento nel primo tempo anche se ci è sbagliato l’ultimo passaggio. Non abbiamo sfruttato le palle inattive. Dobbiamo giocare come nel primo tempo ma con più velocità. Le seconde palle le ha sempre prese il Benevento e le ripartenze le hanno fatte loro. Ciò che non mi è piaciuto è che non c’è stata una reazione feroce. Noi siamo abituati su questo campo ad avere una squadra che reagisce in modo veemente. Nel momento della difficoltà in qualsiasi ambito lavorativo, viene fuori l’uomo e poi il calciatore. Posso avere calciatori bravi, ma se ho uomini veri che sentono ciò che fanno, sbagliamo qualcosa ma non sbaglieremo l’atteggiamento. Se avessimo 5-6 Pezzella non saremo nella situazione che stiamo vivendo. Caceres? Nella sua carriera ha giocato ovunque in difesa. Si adatta benissimo a tutte le situazioni: è una risorsa importante per noi. Anche dal punto di vista delle pressioni mettiamo giocatori come lui e Pezzella. La paura l’abbiamo subita ma dobbiamo aggredirla domani. A costo di avere i crampi dopo un’ora. Dobbiamo voltare pagina senza se e senza ma, senza scuse, non ce ne sono più. Sono convinto che l’avremo e quindi temo l’Udinese che è una squadra molto forte, soprattutto fisicamente. Ci sono quattro giocatori che non partiranno per l’Udinese e sono Bonaventura, Ribery, Callejon e Venuti. Abbiamo affrontato quella stagione dopo aver giocato un anno insieme che non è come ritrovarsi dopo pochi giorni. E’ tutto molto più complicato. Il primo anno arrivai con la squadra che usciva dal rischio retrocessione ma ci furono due mesi di preparazione. Ora toglietevi dalla testa il calcio spettacolo perché non ci sarà. Dobbiamo dare la capacità alla squadra di non avere paura. Abbiamo la qualità dei singoli ma non quella collettiva. Io vivo con la realtà e la priorità è quella di formare un gruppo di giocatori che deve diventare squadra. Il senso di appartenenza l’acquisisci vivendo la città e con il lockdown non lo possono fare. I tifosi fiorentini ti spronano anche offrendo un caffè al bar. Questa è una città che il calcio lo vive e se non lo vivono dobbiamo raccontarlo ed io ci sto provando”.
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