Da una parte l’ennesimo su e giù: gli esami dell’ospedale Moscati di Avellino, che ha riprocessato i tamponi analizzati presso la Futura Diagnostica (il laboratorio di riferimento della Lazio in questi mesi), hanno riscontrato la positività di Thomas Strakosha e la negatività di Ciro Immobile e Lucas Leiva nei test effettuati il 6 novembre. Dall’altra un altro responso clamoroso che aggiunge un nuovo punto interrogativo sulla storia: confrontando gli esiti dei 95 tamponi effettuati (sono così tanti perché oltre al gruppo squadra erano stati sottoposti al controllo anche i familiari), le positività sarebbero passate da 7 (secondo Futura Diagnostica) a 25 (secondo l’Ospedale Moscati). Una disparità che fa parte della perizia consegnata dalla virologa Maria Landi alla procura della repubblica di Avellino.
Lazio, Lotito convocato dalla Procura avellinese come “persona informata dei fatti”
Infine – informa l’Ansa – che il presidente, Claudio Lotito, è stato convocato dalla Procura di Avellino come persona informata dei fatti nell’ambito dell’inchiesta sui tamponi di calciatori, familiari e staff della squadra processati dal centro polispecialistico avellinese Futura Diagnostica. Lotito è arrivato a Palazzo di Giustizia e sta rispondendo alle domande del procuratore aggiunto, Vincenzo D’Onofrio, e dei pm che seguono l’inchiesta. La convocazione di Lotito arriva il giorno dopo il deposito della perizia di ufficio ordinata dalla procura.
Il primo passo dell’inchiesta – sottolinea il Corriere della sera – è far ripetere nei laboratori dell’ospedale Moscati gli esami su tutti i tamponi acquisiti, che sono novantacinque. Non appartengono tutti a giocatori, ci sono quelli dei loro familiari e quelli di altri dipendenti della Lazio. Ma i risultati depositati ora dal consulente dei pm ingigantiscono di molto l’intera questione. Perché a fronte degli otto positivi (non giocatori) riscontrati in passato dal laboratorio di fiducia di Lotito, stavolta quelli che risultano contagiati sono ben più di venti.
Come sia stata possibile una differenza così ampia cercheranno di stabilirlo le ulteriori indagini. Ma nel frattempo la difesa di Taccone è pronta a mettere in discussione gli esami eseguiti al Moscati. L’avvocato Innocenzo Massaro depositerà già oggi in Procura una richiesta di verifica di quegli accertamenti. Secondo la tesi della sua consulente, ci sarebbero stati errori sia nella conservazione dei tamponi dopo il sequestro eseguito dalla Guardia di Finanza, sia nell’esecuzione degli esami stessi. Secondo il perito della difesa i reperti non sono stati tenuti alla necessaria temperatura e il laboratorio li avrebbe processati a troppi giorni di distanza dai prelievi.
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