Una conference call più che una vera e propria intervista davanti ai giornalisti quella terminata pochi minuti fa da Cesare Prandelli alla vigilia dell’insidiosissima gara di San Siro contro la capolista, il Milan di Stefano Pioli orfano di Zlatan Ibrahimovic, infortunatosi contro il Napoli una settimana fa.
Fiorentina, Prandelli: “Non dobbiamo essere Ribery-dipendenti, Borja professore. Obiettivo 40 punti il prima possibile, tante squadre per lo scudetto”
“Prima di tutto dobbiamo portare questa Fiorentina a essere una squadra. Poi dipende tutto dalle prestazioni… Io intanto ai miei giocatori ho chiesto di trovare uno spirito di squadra. Sono convinto che possiamo bruciare anche le tappe, ma oggi non possiamo fare voli pindarici perché la classifica è quella che è. Domani affrontiamo un Milan maturo e completo, che gioca in maniera molto fluida, e ci aspetta quindi un test molto significativo. Vlahovic? Lo alleno solo da una settimana. Con lui sono stato subito chiaro, ho analizzato le sue gare e gli ho detto in cosa deve migliorare. E lo sta facendo. Poi è chiaro che il giudizio sulla sua prestazione è legato anche ai gol. Dusan finora ha avuto due-tre opportunità e, se avesse segnato, avrebbe forse cambiato tutto. Posso dirvi che mi ha dato grande disponibilità. Un vantaggio sfidare il Milan senza Ibra? Dipende, dipende se riusciremo a sfruttare questo vantaggio. Il Milan è già una squadra molto forte, con Ibrahimovic è ancora più forte. Montiel? Lui e Vlahovic hanno la stessa età ma danno un apporto diverso. Tofol si deve completare fisicamente, anche se ha un mancino molto importante. Sarebbe interessante capire, dopo una stagione con noi, se possa essere un titolare o un’alternativa. Ora ho recuperato Borja Valero, Callejon e Bonaventura, per cui le scelte sono queste. Sicuramente Montiel davanti a sé ha un percorso importante. Bonera sulla panchina del Milan? Daniele non mi sorprende: è sempre stato un ragazzo di testa, è uno dei pochi giocatori pensanti a 360°. Vedeva gioco, ha giocato in tutti i ruoli della difesa. Sicuramente diventerà primo allenatore. Noi dobbiamo lavorare più su quello che possiamo fare che su quello che non sappiamo fare. In questo momento non posso far confronti perché fino agli ottavi di Coppa Italia non ci vengono forniti i dati, ma le sensazioni rispetto al Benevento sono state buone. Abbiamo una buona base aerobica e dobbiamo migliorare l’intensità. Scudetto? Ci sono molte squadre che quest’anno posso rompere l’egemonia della Juve, anche se i bianconeri rimangono i chiari favoriti per tutto quello che hanno fatto nelle ultime stagioni. Centrocampo volante come la nazionale azzurra? Al momento no, servono giocatori giusti. Io ora voglio restare coi piedi per terra e lavorare sulle certezze. Oggi non sto pensando a una soluzione di questo tipo a centrocampo. Voglio una squadra molto compatta, ordinata e concreta. Quando sono arrivato ho parlato a tutta la squadra e ho detto che alla fine di ogni allenamento valuterò i dati per fare le mie scelte: Eysseric ad esempio è fuori dal ritmo gara ma i suoi allenamenti sono stati interessanti. Per questo l’ho messo in campo. Pian piano arriveremo ad avere 20 titolari, questo non è mai un problema ma una risorsa per un allenatore. Ribery? Io ho sempre detto che la Fiorentina non deve essere dipendente da Ribery, ma che Ribery deve essere il protagonista della Fiorentina. Non si deve isolare in un posto e restarci, diventando triste se non prende palla dopo 20 minuti. Franck è un calciatore che non deve mai pensare alla tristezza. Borja Valero è un professore di calcio, per me può giocare in tutti i ruoli del centrocampo: non ha un ruolo preciso. Sa fare l’esterno, sa giocare dietro le punte, conosce i tempi e il gioco come pochi”. Sugli obiettivi. “Sarebbe assurdo pensare a qualcosa di diverso dei 40 punti. Quando arriveremo alla salvezza, vi potrò dire cosa faremo dopo”.
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