L’udienza è cominciata con l’intervento del presidente Frattini. Che ha riassunto le sentenze di primo e secondo grado. In particolare sottolineando la disdetta del volo e degli esami dei tamponi nella giornata di sabato 3 ottobre, un particolare probante per la Corte sportiva di appello della mancata volontà di giocare. Al Coni, presso le sezioni congiunte del Collegio di Garanzia si deciderà sul ricorso del Napoli avverso alla sentenza del Giudice Sportivo Mastandrea, che ha comminato agli azzurri un 3-0 a tavolino più un punto di penalizzazione, confermato anche dal Tribunale Sportivo d’Appello, dopo la mancata presenza all’Allianz Stadium, il 4 ottobre scorso, per sfidare la Juve.
Caso Juve-Napoli, la difesa azzurra: “Rischiavamo il penale”
“Ma la disdetta non vuol dire che il club non fosse pronto a organizzare la trasferta – ha cominciato a rispondere il professor Enrico Lubrano, uno dei legali del Napoli – se non ci fosse stata questa volontà non si sarebbe ripetutamente interpellata l’autorità sanitaria. E se non dai ottemperanza ai provvedimenti dell’autorità sanitaria, puoi rischiare conseguenze anche sul piano penale”. Lubrano ha anche parlato del fatto che il Napoli non avrebbe avuto alcuna convenienza da un rinvio visto che era in testa alla classifica dopo due vittorie con la Juve indietro”. L’avvocato Mattia Grassani ha insistito: “Quella partita il Napoli la voleva giocare”.
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