L’allenatore azzurro nel post partita di ieri contro il Torino ha parlato a cuore aperto, spiegando la malattia di cui soffre e invitando i giovani a non nascondersi quando non si sentono a posto con loro stessi. “Io soffro di una malattia autoimmune, la miastenia. Sono 10 giorni che non sono me stesso e voglio dirlo a tutti i ragazzini che non si vedono bene allo specchio”. Forza ed esempio per i giovani. Ma cos’è e quali sono i sintomi di questa miastenia? Scopriamo che non esiste una cura definitiva per questo problema, ma un trattamento adeguato aiuta a ridurre i sintomi. Non a caso Ringhio ci convive da un decennio. E continua a vincerla ogni volta che si ripresenta… Al Guerin Sportivo, nel 2012, dichiarò: “È stato un passaggio importante, direi decisivo, per farmi tornare la voglia di calcio. La prima volta che mi vide Rocco Liguori, al Bellaria di Bologna, fu categorico: “Non giocherai mai più a calcio”. Rimasi raggelato, immobile davanti a lui senza parlare. Ancora adesso, quando mi vede in campo, continua a non spiegarsi come faccia. Ma la malattia c’è. Ho imparato a conviverci. Tutti i giorni prendo farmaci, non bisogna mai abbassare la guardia. L’ho accettata, me la tengo, consapevole che c’è da battagliare a ogni risveglio. Però i miglioramenti li vedo e si vedono. E penso sempre a chi sta peggio di me. Ad esempio quei bambini di 5 o 6 anni che incontravo a Bologna. Andavo 4 volte a settimana al Bellaria per fare le trasfusioni. Accompagnavo mio figlio a scuola alla mattina e alle 8 salivo sul treno con mia moglie. Destinazione reparto di neurologia. Dovevo stare sdraiato 5 ore su un lettino e avevo questi bambini che mi portavano i disegni fatti da loro. Pensavano che fossi io, con la mia presenza, ad aiutarli. Invece erano loro a farmi compagnia, a darmi forza. Ero lì sdraiato e vedevo le cose doppie con ‘sta cavolo di flebo attaccata la braccio”.
Napoli, la miastenia oculare: che cos’è la malattia di cui soffre Rino Gattuso
Una malattia con la quale Gattuso convive da quando era giocatore al Milan: si manifestò durante una gara con la Lazio. Quando si rese conto che vedeva tanti Nesta (rischiò anche di infortunarlo involontariamente) dovette abbandonare il campo e rimase fuori a lungo. E anche quando si trasferì in Svizzera, al Sion, in una conferenza stampa con i media svizzeri, che si interrogavano sul suo rendimento altalenante, confessò di dover prendere dei medicinali per attenuare il persistente problema agli occhi. La miastenia oculare dunque è una forma di miastenia gravis in cui i muscoli degli occhi e delle palpebre si indeboliscono. Malattia cronica autoimmune, insorge perché alcuni autoanticorpi inibiscono il meccanismo nervoso che permette la contrazione dei muscoli appartenenti al compartimento oculare. In pratica non vengono trasmessi in modo appropriato i segnali nervosi necessari alla contrazione dei muscoli del compartimento oculare. I tipici sintomi sono: diplopia (raddoppiamento della vista) e ptosi (o palpebra cadente), entrambi riscontrati dall’allenatore del Napoli. Il problema può colpire a qualsiasi età, ma compare più frequentemente nelle donne al di sotto dei 40 anni e negli uomini oltre i 60. Non esiste una cura definitiva per questa malattia, ma un trattamento adeguato aiuta a ridurre i sintomi. La miastenia può essere trasmessa geneticamente, ma non esistono al momento strategie preventive per limitarne gli effetti. Purtroppo, trattandosi di una forma di indebolimento dei muscoli oculari, questa patologia rischia comunque di progredire, anche qualora ci si sottoponga a intervento chirurgico. Gattuso (ancora una volta) mostra forza anche nelle sue debolezze. Auguri a lui…
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