L’avvio delle vaccinazioni è “uno spiraglio dopo una lunga notte”, “il giorno arriverà quando il 70-80% degli italiani sarà stato vaccinato, più autunno che estate”: lo ha spiegato il commissario straordinario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, in un’intervista al Corriere della Sera . “La vaccinazione è partita ma ci vuole ancora molto tempo, responsabilità e pazienza”, ha avvertito. “Questo vaccino è la strada che serve per chiudere una stagione difficile”: gli fa eco il ministro della Salute Roberto Speranza allo Spallanzani di Roma dove sono state effettuate le prime 3 vaccinazioni al personale medico e sociosanitario. “E’ una giornata che aspettavamo da tempo. Arriva la luce ma bisogna resistere ancora alcuni mesi. Non è finita ancora e serve sempre il rispetto delle regole”.
Coronavirus Italia, Arcuri e Speranza in coro: “Spiraglio dopo la notte. Ma non è finita…”
“Credo sia molto importante che questo giorno è arrivato, dobbiamo continuare a essere tutti responsabili, abbiamo davanti ancora molta strada ma finalmente vediamo un po’ di luce. Il primo obiettivo è rendere gli ospedali luoghi sicuri e non vedere mai più focolai nelle Rsa”. Così il commissario per l’emergenza Arcuri. “Ci vorranno ancora molti mesi, il vaccino è gratuito per tutti ma non obbligatorio. Penso – ha detto Arcuri – che i numeri dei vaccinati saranno molto più alti di quello che pensiamo. Gli italiani sono molto migliori di come proviamo a rappresentarli”. “Penso che di fronte a chi ha dubbi o paure sul vaccino, le istituzioni debbano rispondere con trasparenza, portando le evidenze scientifiche. Senza insulti – gli fa eco Roberto Speranza -. Il suo arrivo è un punto di svolta, ma abbiamo bisogno che si vaccinino tra i 10 e i 15 milioni di persone, numeri che avremo in primavera inoltrata”. Sull’obbligatorietà della somministrazione, invece, il ministro è netto: “Tutta Europa ha scelto un’altra strada”. Quanto alla scuola, “abbiamo tenuto aperto il primo ciclo anche in zona rossa, l’abbiamo tutelata il più possibile. C’è un accordo con le Regioni per riaprire in presenza le superiori al 50%”. Tutto dipende dalla curva, conclude Speranza: “L’obiettivo è 50 casi ogni 100 mila abitanti. Adesso ne abbiamo 150”. E conclude: “Serviranno ancora settimane di lavoro. Ci sarà da resistere e combattere con gli strumenti che abbiamo imparato a conoscere in queste settimane. Abbiamo uno strumento che ci consente di vincere la battaglia ma serve ancora tempo, prudenza e cautela. In questi mesi gli italiani hanno dimostrato di essere all’altezza della sfida e lo dimostreranno di nuovo. Insieme vinceremo la sfida”.
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