“L’ipotesi di una ripresa a V si allontana mentre lo scenario consueto di una crescita piu’ lenta per l’Italia rispetto all’Eurozona diviene probabile” avverte Carlo Bonomi in una lettera ai presidenti delle associazioni confindustriali che l’ANSA ha potuto leggere.
Confindustria, Bonomi: “Un nuovo lockdown ci avrebbe condotti al collasso”
La ripresa dei livelli 2019, “molto legata” ai vaccini, “rischia di essere rimandata al 2023”. Un nuovo lockdown “ci avrebbe condotti al collasso” ma, con le nuove misure, “le ancora inadeguate compensazioni allargano le asimmetrie” tra settori, tra Nord e Sud, “colpiscono con più intensità” giovani e donne, “ed estendono sul 2021 una minor intensità di ripresa. Ripeto: a febbraio il compito per il Governo di affrontare la prima ondata di contagi era immane”. “Ma”, rileva il presidente, “gli otto mesi successivi pesano molto, perché in termini di sicurezza sanitaria non è stato fatto quel che a febbraio non si poteva improvvisare ma che poi era assolutamente necessario realizzare”. E rimarca: “Se registriamo più di 3 volte il numero di vittime della Germania, che ha 23 milioni di residenti più di noi, molto non è stato fatto e molto c’è da cambiare”.
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