Nel monitoraggio relativo alla settimana 20-26 gennaio si registrano gli ultimi effetti del decreto Natale. Continua la lenta discesa delle curve relative ai dati della pandemia in Italia, crollano le forniture nel primo trimestre per quanto riguarda i vaccini e ci sono diseguaglianze regionali.
Coronavirus, Gimbe: “Lenta discesa delle curve, crollo forniture dei vaccini”
Secondo il report della fondazione, tutti i numeri sono in calo, compresi quelli ospedalieri, anche se i ricoveri e le terapie intensive rimangono sopra la soglia di saturazione rispettivamente in 5 e 6 regioni Le analisi indipendenti di Gimbe sui dati ufficiali della campagna vaccinale evidenziano notevoli differenze regionali: nella distribuzione delle dosi, nel completamento del ciclo vaccinale e, soprattutto, nelle priorità di somministrazione, con il 22,3% delle dosi destinato a “personale non sanitario”, categoria formalmente non prevista dal piano vaccinale. “Tutte le curve – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – continuano questa settimana la loro lenta discesa, ancora grazie agli effetti del decreto Natale, destinati tuttavia ad esaurirsi a breve”. Per quanto riguarda i vaccini, “oltre ai noti ritardi di consegna da parte di Pfizer – dichiara Renata Gili, responsabile Gimbe Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione – AstraZeneca ha comunicato alla Commissione Europea una riduzione della fornitura stimabile fino al 60% nel 1 trimestre, mentre CureVac non potrà consegnare entro marzo le 2,019 milioni di dosi previste dal Piano vaccinale, visto che lo studio di fase 3 è stato avviato solo il 14 dicembre”. “Con queste disponibilità – puntualizza il presidente Cartabellotta – solo il 14% della popolazione (circa 8,278 milioni di persone) potrà completare le due dosi del ciclo vaccinale, ma non prima della metà o addirittura della fine di aprile, ovviamente previa autorizzazione condizionata del vaccino di AstraZeneca che potrebbe essere soggetto a limitazioni per i soggetti di alcune fasce di età con conseguente necessità di rivedere le priorità del piano vaccinale.
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