Lo ha dichiarato, in un’intervista a Buongiorno, su Sky TG24, Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, commentando l’andamento della campagna vaccinale nazionale anti-Covid. “Dovremmo arrivare largamente a una cifra importante di persone che saranno vaccinate, nell’ordine di 20 milioni almeno entro il mese di giugno”.
Coronavirus Italia, Locatelli: “Entro giugno quaranta milioni di vaccini”
“La disponibilità di vaccini che dovremmo avere entro il mese di giugno è quantificabile nell’ordine dei 40 milioni. Quindi dovremmo arrivare largamente a una cifra importante di persone che saranno vaccinate. Se facciamo rapidamente due conti vediamo che siamo nell’ordine di 20 milioni almeno per il mese di giugno”. Locatelli, nel corso del suo intervento, ha spiegato che “abbiamo avuto 2 milioni di dosi di vaccini a gennaio, ne sono previste 4 milioni per febbraio, 8,3 milioni per marzo e poi 25 milioni per il trimestre successivo”. Questi sono i numeri rispetto ai 3 vaccini che sono stati approvati finora, quindi Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca, in funzione di quella che è la previsione di fornitura. “È chiaro che se poi arriveranno ulteriori dosi di vaccini o se ne saranno approvati altri questo numero si potrà incrementare”, ha aggiunto il presidente del Css. “Io credo che noi ci dobbiamo accostare a ogni vaccino con un atteggiamento che definirei laico. Valutare il profilo di sicurezza e l’efficacia di un vaccino attraverso delle analisi rigorose come sono quelle che garantisce l’Agenzia regolatoria europea (Ema) e quella italiana (Aifa) e attraverso una valutazione delle pubblicazioni scientifiche che verranno a essere prodotte. “I dati che abbiamo a disposizione si riferiscono a un uso costante tra la prima e la seconda vaccinazione dello stesso tipo di vaccino. Andare ad esplorare situazioni alternative mi sembra significativamente aleatorio. Non dico che non possa funzionare però starei su una strada solida e consolidata”, ha dichiarato, commentando lo studio per determinare l’efficacia dell’uso in combinazione di due dosi di diversi vaccini annunciato dall’Università di Oxford.
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