A 90 minuti dalla fine del campionato azzurro, il Napoli, reduce dalla decisiva vittoria contro gli uomini di Iachini, volge lo sguardo all’ultimissimo step: l’Hellas Verona, per l’ambita l’Europa dei grandi. Tra stop e ripartenze, Rino Gattuso e il suo gruppo hanno rialzato la bandiera in una stagione unica, diversa da tutte le altre e inevitabilmente condizionata dalla universale crisi sanitaria. Gli azzurri, presi singolarmente, hanno svolto un campionato impegnativo, forti di un gruppo che ha avuto un legame particolarmente solido anche con il mister. Particolare attenzione a Amir Rrahmani, un nome discusso al Napoli e poi definitivamente apprezzato. Decisamente poco impiegato nella prima fase di campionato.
Rrahmani, le sue presenze in campionato: l’incredibile ascesa del kosovaro. Dal dietro le quinte al palcoscenico azzurro
E’ nella retroguardia azzurra che un partenopeo fa capolino gradualmente, conquistando stima e certezza. Si tratta di Amir Rrahmani, entrato in sordina con la maglia del Napoli, dopo un’esperienza proprio contro la formazione scaligera, prossima avversaria azzurra in Serie A. Il suo innesto nel progetto Gattuso non è stato propriamente rapido.
Inizialmente inutilizzato per lo più, poi testato nelle gare. Esordio alla Dacia Arena a dir poco deludente. Contro l’Udinese, il kosovaro fu autore di un imperdonabile scivolone che costò parecchio alla sua stessa emotività in campo, costretta da quell’errore nella gara che avrebbe dovuto sancire il suo inizio in squadra. Ai tre punti ci pensò Bakayoko, allo scadere dei tempo. Presente anche contro il Verona, gara dall’esito infausto per i partenopei e dal sapore amaro. 3-1 al Bentegodi per i gialloblù con rete lampo di Lozano che non è affatto bastata.
Rrahmani, dal girone di andata a quello di ritorno: il kosovaro entrato in sordina e poi esploso
Il riscatto nella gara di ritorno (in realtà andata) contro la Juventus di Andrea Pirlo. La gara di Rrahmani contro i bianconeri è stata tenace, con alti profili di personalità e assolutamente convincente. Per lui, le gare nel girone di andata, in tutto, sono state 3. Con un totale di 59 minuti disputati. Piuttosto pochi. Il difficile esordio del kosovaro in maglia azzurra è stato ristorato da un girone di ritorno incredibilmente in ascesa, non solo per lui, ma per l’intera squadra. A fronte delle pochissime presenze collezionate nella prima fase di campionato, sono state ben 12 le gare disputate dal numero 36, e 10 di queste dal primo minuto in campo.
Di necessità virtù per Gattuso, data l’assenza di Koulibaly? Tutt’altro! Bando la coperta (nuovamente) corta per il tecnico calabrese in difesa, per la mancanza del senegalese e di Maksimovic, il kosovaro in coppia con Manolas sta dimostrando carattere e non sta facendo rimpiangere l’assenza del gigante indiscusso della retroguardia azzurra. Rrahmani si è distinto anche nell’ultima gara, contro la Fiorentina, procurandosi il rigore, trasformato in gol da capitan Insigne, che ha aperto le danze dei 3 punti, conclusa con la rete imbastita da Zielinski, poi attribuita come autogol al viola Venuti.
Emiliana Gervetti
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