La data della “prima” c’è: il 26 maggio, su Netflix andrà in onda “il Divin Codino”, un film biografico su Roberto Baggio. Prodotto da Fabula Pictures con la partecipazione di Netflix e Mediaset, dove arriverà un anno dopo l’uscita sulla piattaforma streaming, il film è diretto da Letizia Lamartire. L’attore Andrea Arcangeli interpreta il fantastico numero dieci italiano. Alla cerimonia di presentazione è intervenuto, naturalmente anche il diretto interessato, mai banale, anche con le parole oltre che con i piedi.
Baggio: “Il rigore sbagliato ad Usa 94 lo porto sempre con me. L’idea del codino? Vi spiego…”
“Il rigore sbagliato in finale contro il Brasile ad Usa 94 non andrà mai archiviato, lo porterò dentro di me per sempre. Era il sogno della mia vita calcistica e allo stesso tempo un qualcosa che, per com’è andata a finire, non potrò mai mettere da parte. Perché a Massaro e Baresi non dicono nulla? Diciamo che io ho dato il colpo finale – dichiara Roby Baggio -. L’ho vissuta malissimo, perché dopo aver sognato per milioni di notti di realizzare questo sogno, poi non ci sono riuscito. In ogni caso, nella vita non conta il risultato finale, ma l’impegno che hai messo per raggiungerlo. Sapere di aver dato tutto quello che puoi dare per provare a centrare il tuo obiettivo: è questa la cosa importante per me, la filosofia che mi ha sempre accompagnato.” Il documentario, le fasi della sua carriera, con un accento particolare a Firenze, la Nazionale e il Brescia. “Io non dimentico mai niente di quello che mi è successo. Sarò sempre grato a tutti i tifosi che mi hanno voluto bene e hanno fatto tanti gesti bellissimi nei miei confronti. Quelli in particolare sono stati tre capitoli importantissimi della mia vita, però io non voglio dimenticare le altre squadre con le quali ho avuto l’onore e il piacere di giocare. Si è dovuto tagliare una parte importante di quella che è stata la mia carriera. Una serie su di me non l’avrei mai fatta per scelta mia. Provavo vergogna solo a pensarlo, poi mi sono lasciato trasportare e sono felice del risultato finale – ammette Baggio -. Sono stato diverse volte sul set e sono stato felice di farmi coinvolgere il più possibile. Poi un giorno ho portato il Pallone d’Oro, sono partito una mattina e l’ho portato su una scena. Tutti sono stati felici di vederlo”. Il codino e la voglia di tornare. “L’idea del codino è nata per gioco. Eravamo in hotel in America durante i Mondiali e c’era una cameriera di colore che aveva delle treccine stupende. Mi ricordo che quel giorno, parlando con lei per farle i complimenti, mi disse Perché non te li fai anche a te? E dopo due ore era lì a farmele. Ovviamente non potevo tenere le treccine libere durante le partite e quindi mi è venuta in mente l’idea di legarli con un codino. Tornare a giocare? Tornerei anche subito, ma il ginocchio non è d’accordo. Oggi ci sono tantissimi giocatori ai quali serve dare fiducia. È questa la cosa fondamentale”.
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