Il “caso Eriksen” fa giurisprudenza: il numero uno della Federcalcio italiana si è già attivato affinché ci sia la giusta preparazione anche da parte dei calciatori in termini di primo soccorso. “Il corso si rivolgerà sicuramente a tutto il mondo professionistico e lavoreremo per estenderlo anche ai dilettanti”, assicura Gravina.
FIGC, Gravina: “Siamo già al lavoro per corsi agli atleti di primo soccorso”
Il presidente federale azzurro Gabriele Gravina ha in mente un piano lungimirante: tutti come Simon Kjaer. Tutti pronti in caso di emergenza, di necessità di soccorrere un proprio compagno. Proprio come ha fatto il capitano danese e colonna difensiva del Milan con lo sfortunato Christian Eriksen, che ha tenuto col fiato sospeso lo stadio di Copenaghen e tutto il mondo sportivo (e non) dopo essersi accasciato sul suolo privo di sensi.
Danimarca, “condizioni stabili” per Christian Eriksen. Ora altri esami
Il numero uno della FIGC vuole ripartire dalla prontezza mostrata dal capitano danese e sta già approntando il progetto, corsi da effettuare a breve in collaborazione con la Lega Serie A e la Federazione medico-sportiva. “Dobbiamo avere soggetti formati pronti a intervenire come primo soccorso – ha dichiarato Gravina -. Per la Nazionale lo faremo già dai prossimi giorni”. “Il corso verrà avviato durante il periodo di preparazione nei ritiri delle squadre, attraverso i medici federali coordinati dal professor Zeppilli, con un programma che la commissione medico-federale sta già approntando da stamattina. Andremo nelle case delle singole squadre, e per la Nazionale lo faremo già dai prossimi giorni in ritiro a Coverciano. Speriamo che non succeda più, ma nel caso vogliamo e dobbiamo essere pronti. Dobbiamo poi anche cercare le cause di ciò che è successo a Eriksen – ha aggiunto Gravina -. Inizieremo prestissimo con la nostra commissione medica, stiamo già lavorando e faremo un protocollo sua per le società professionistiche che per quelle dilettantistiche. Il caso Eriksen? In quel momento si è fermato il suo cuore ma anche quello di tutto lo sport. Noi possiamo apprezzare quanto fatto da Kjaer, il cui intervento è stato decisivo per continuare a vedere Eriksen vivo. Gli auguro di tornare presto a rimettersi”. Già nel 2012, dopo la morte in quel drammatico 14 aprile del centrocampista labronico Piermario Morosini, fu lanciato il Mogess – riporta La Gazzetta dello sport -, che prevedeva una serie di misure preventive e di gestione dell’emergenza, tra cui corsi rivolti ai capitani delle squadre. La cosa, tuttavia, ebbe un’applicazione molto parziale nel calcio. Ora bisogna dare una svolta, perché il lieto fine ci può essere. E il “caso Eriksen” ha fatto giurisprudenza.
Se vuoi sapere di più sul Napoli, tieniti sempre aggiornato con www.gonfialarete.com