Durante un’intervista concessa al Guardian, il centrocampista spagnolo del Liverpool ha dichiarato tutto il suo dissenso all’industria del pallone moderno, a suo dire “odiosa”. Poi un pensiero sullo sfortunato collega danese…
Spagna, Thiago Alcantara: “Odio il calcio moderno, il Var l’ha rovinato. Eriksen? Ho pensato che…”
Il calciatore del Liverpool è la dimostrazione tangibile di come l’arte del jolly debba essere una delle caratteristiche principali del centrocampista moderno: nel corso della sua carriera, il trentenne brasiliano naturalizzato spagnolo ha ricoperto tutti i ruoli della mediana, agendo indifferentemente da mezzala, trequartista, regista o seconda punta, in un processo di maturazione che forse deve ancora compiersi del tutto. Probabilmente perché Thiago ha sempre vissuto con respiro nostalgico questo sport, lo ribadisce anche il diretto interessato nelle sue prime dichiarazioni agli Europei con la maglia Roja: “Il calcio? Ha preso un ritmo diverso, un ritmo più veloce, più fisico. La figura del dieci è quasi scomparsa. Vediamo meno magia e meno fantasia. I giocatori sono più sviluppati sotto tutti i punti di vista. Ma perdi quel giocatore che era diverso. Il trequartista era più lento, anche se aveva una tecnica sublime, ora non ha opportunità. È come qualsiasi cosa nella vita: adattamento”. E continua: “Penso di avere quella mentalità da odio il calcio moderno, con un atteggiamento più classico. E poi c’è il Var, a cui mi sono sempre opposto, perché toglie emozioni. Noi sbagliamo quando giochiamo, anche gli arbitri devono sbagliare. Molti momenti mitici non esisterebbero con il Var. E quando segni, anche un gol da centro campo, aspetti. Pensando spero che non ci sia fallo, spero che non ci sia fuorigioco, spero…“. Ancora ci si chiede se Thiago sarà mai all’altezza delle aspettative sul suo talento. Di certo non gli manca franchezza. Onestà intellettuale che non tradisce nemmeno quando ripensa al collega danese Christian Eriksen, una settimana fa protagonista – suo malgrado – dell’infortunio che ha tenuto col fiato sospeso l’intero mondo dello sport: “Stavamo uscendo per allenarci e la testa di tutti era tra le mani: per favore fatelo recuperare... In quel momento, il calcio scompare, tranne per il fatto che stavamo uscendo per allenarci e c’era un mix di Cosa stiamo facendo giocando a calcio? Eppure allo stesso tempo spero che si riprenda, ovviamente prima di tutto per vivere la sua vita ma anche per poter tornare a giocare a calcio. Hai quel mix di emozioni: una specie di rifiuto, non voler giocare, chiedersi quale sia il punto, insieme a una sensazione che dice: quanto è bello farlo, quanto siamo fortunati a giocare a calcio.”
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