Ieri il suo capitano, oggi presente in conferenza stampa Giovanni Di Lorenzo, tra i più positivi del gruppo azzurro in questo Europeo. La sua personalissima avventura è cominciata in maniera abbastanza fortuita, complici i problemi fisici di Alessandro Florenzi, titolare indicato ai nastri di partenza. Giovanni, che oggi festeggia anche l’onomastico, come succede anche a Napoli (ed è uno dei motivi per cui è subito entrato nelle grazie dei supporter partenopei), con abnegazione e talento ha sfornato prestazioni diligenti e ricche di spirito di sacrificio.
Italia, Di Lorenzo: “Qui c’è tanto Napoli, se sono qui è merito del club. Faccio del mio meglio, mi godo il momento”
“L’Austria? Alaba è il giocatore per loro più importante – ammette Giovanni Di Lorenzo, che dovrà con tutta probabilità trovarsi di fronte proprio il capitano austriaco, dal primo luglio al Real Madrid -. Loro sono fisici, giocano sopra ritmo, ma ci stiamo preparando bene. Mancano ancora due giorni e arriveremo preparati. Siamo l’Italia, scendiamo in campo per portare a casa la vittoria. Non c’è ansia, c’è solo concentrazione e voglia di giocare questa gara da dentro o fuori. Ansia? No, direi di no: è una partita di calcio, adesso inizia il bello, iniziano le gare da dentro o fuori. C’è la giusta tensione, c’è la concentrazione per affrontare questa partita. Ci stiamo preparando bene. C’è atmosfera, sempre, bellissima. Azzurro Napoli? Siamo in tre, più qualche ex. Se sono qui, è merito del Napoli, dei miei compagni. Mi porto dietro questo apporto ricevuto. Sono contento di rappresentare il Napoli qui. In questi anni è cambiato tanto, tutto. Mi sono ritrovato senza squadra poi sono stato bravo a non mollare, a crederci sempre, a fare tanti sacrifici. Adesso mi sto godendo questa esperienza. Ci sono stati tanti passaggi importanti in questi cinque anni, ho trovato club che mi hanno fatto crescere. Me la sto godendo alla grande, mi godo l’esperienza dando tutto me stesso. Quando vengo chiamato in causa cerco di fare il meglio. La velocità? I dati lo dimostrano. Anche io non pensavo, non ci faccio molto caso. Però è una cosa che mi fa piacere: Spinazzola è velocissimo, sono contento di essere tra i primi”. La concorrenza è tanta, cerco di mettere in difficoltà il mister per schierarmi. Chiunque giochi si trova alla grande in questa squadra. I contagi in Inghilterra? Non ne abbiamo parlato ma ho letto anche io dell’aumento di contagi. Pensiamo alla partita, noi siamo qui per giocare. Non abbiamo affrontato una big? Questo Europeo ha dimostrato che non ci sono gare facili. In campo internazionale ogni gara va sudata, va giocata. Veniamo da trenta partite senza sconfitte, non aver incontrato big non mi trova d’accordo. Noi diamo sempre il massimo, cercando di imporre il gioco. Il resto sono solo chiacchiere che si fanno. Dobbiamo avere entusiasmo. Quello delle ultime partite, ma non deve cadere in presunzione, lo abbiamo dimostrato in questo percorso. Non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo. Ancora non abbiamo fatto niente, c’è entusiasmo, si respira un’aria positiva. Come la vivo? Ci speravo, ho sempre continuato a lavorare. Questi sacrifici mi hanno portato fino a qui, a essere in questo gruppo. Sono contento del mio percorso. Devo continuare, non è un punto di arrivo ma di partenza; è difficile arrivarci ma ancor di più restare e sta a me impormi nel mio club per restare in Nazionale. Il paese dove sono nato (Ghivizzano, provincia di Lucca, ndr) è in fermento. Hanno messo il maxischermo, sono tutti ansiosi, c’è una grande maglia appesa al campanile. La mia famiglia sa cosa penso, lo sa mio fratello maggiore Diego che sento sempre: le persone più vicine a me mi hanno aiutato, lui è stato tra questi e lo ringrazierò per sempre. Chi ti vuole bene come lui lo si vede quando a ruota non gira”. Il Napoli e l’azzurro nel destino. “Ci sono da due anni ma la gente mi ha preso subito in simpatia, mi trovo benissimo, io e la mia famiglia. Stiamo molto bene a Napoli: sono calorosi i tifosi. Il tatuaggio de Il Gladiatore? Come giocatore sono uno che dà tutto, mi rispecchia il fatto di essere grintoso in campo, sempre sul pezzo. Azzurro nel destino? Mia figlia si chiama Azzurra. L’azzurro è stato un colore che tra Empoli, Napoli, l’Italia, mi ha contraddistinto”.
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