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Tavecchio: “Italia competitiva ma se ci mettiamo a sbagliare i rigori…Audio degli arbitri? Sarebbe come far ascoltare la camera di consiglio dei giudici” [ESCLUSIVA]

carlo tavecchio
Tavecchio: "Italia competitiva ma se sbagliamo i rigori...Audio arbitri? Come far ascoltare la camera di consiglio dei giudici" [ESCLUSIVA]

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Carlo Tavecchio, ex presidente FIGC.

Tavecchio: “Italia competitiva ma se ci mettiamo a sbagliare i rigori…Audio degli arbitri? Sarebbe come far ascoltare la camera di consiglio dei giudici” [ESCLUSIVA]

“Calo dell’Italia? Chi può rispondere è bravo! Il calcio è una disciplina che non si può misurare con gli strumenti. E’ fatto da uomini che hanno momenti di tensione, calo o euforia. Oggi ci troviamo lì ma io sono certo che la rosa dei Nazionali sia all’altezza per essere competitiva e vincere. Poi se ci mettiamo a sbagliare i rigori è un altro discorso. Non che vadano sbagliati ma andrebbero tirati in porta. Per quel poco di calcio che ho fatto io, il nostro mister diceva che per segnare un rigore bisognava mirare alla porta.

VAR? Un’impresa imporlo, io non avevo perplessità ma altri italiani sì. Mi pare che la statistica dica che il 95% degli errori sono stati evitati. E’ stato un grande provvedimento di una grande intelligenza, non abbiamo inventato l’acqua calda perché l’abbiamo copiato dagli altri sport. Si parlava spesso di moviola in campo in tv, abbiamo fatto ciò che ci sentivamo di fare. Audio degli arbitri? Ci sono motivi di riservatezza, ogni valutazione è diversa dall’altra. E’ come se facessero la camera di consiglio dei giudici. Dobbiamo entrare nella logica che si può sbagliare, non ci sarà mai giustizia totale. Gli uomini sono perfettibili, ogni domenica c’è un caso nuovo. Quando uno prende un colpo sul braccio magari nel fermo immagine non è niente ma poi l’altro arbitro può avere una diversa opinione.

Quando si organizzano manifestazioni o aziende è in grado di fare utili e profitti e pagare i dipendenti. Se tutto questo è fattibile nulla osta che i soggetti prendano la maggior parte dei profitti. Ma quando il sistema produce effetti di default e ha costi di personale al 90% mi pare che qualche riflessione vada fatta”.

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Claudio Agave

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