Ha recuperato giusto in tempo per essere presente al Maradona e godersi il suo Napoli davanti alla sua gente. Si è negativizzato dal Covid, ma Spalletti non è mai banale nelle sue risposte: “Io sto bene, sono sempre stato bene. Non mi interessa niente del Covid, il mio virus è il Napoli dal quale non voglio guarire”. Soddisfatto? “È stato un Napoli vero, non è riuscito a chiuderla, ma per 90′ ha avuto un atteggiamento esemplare”.
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Napoli, Spalletti: “Il mio virus è questa squadra, i tifosi hanno avuto tanti anni per valutare l’uomo Insigne. Su Lobotka…”
Carico a pallettoni, l’allenatore azzurro, sia in campo sia davanti ai microfoni durante la conferenza stampa a margine della sfida casalinga vinta contro la Samp, decisa da un gol immaginifico di Petagna: “Dovevo mettere qualcuno fresco. Dovevo mettere Elmas, poi Petagna che doveva entrare. Anche Politano ha fatto molto bene. Abbiamo costruito bene, tutti si sono presi sulle spalle un pezzetto dei compagni che in questo momento non possono dare una mano. È molto bello”. Non si tira indietro Luciano Spalletti alla domanda circa l’addio a luglio di capitan Insigne: “Sono convinto che in questi mesi farà vedere il meglio del giocatore che è. Soprattutto sulla sua serietà e sull’uomo che è…”. E poi sui singoli, con un focus sul prossimo impegno dei suoi, la Coppa Italia contro la Fiorentina giovedì: “Axel (Tuanzebe, ndr) è un calciatore fisico, che può andare a marcare un calciatore sul breve. È un calciatore di livello, poi dovrà conoscere delle cose e il nostro campionato che non è facile per nessuno. Ha però delle qualità e in questo momento qui può essere un’alternativa di grande comodità, si gioca spesso e ogni tanto vanno sostituiti. Jesus e Rrahmani sono stati eccezionali, hanno retto contro tutti ed hanno giocato sempre. Lobotka? È il calciatore che tutti vorrebbero avere, lui è quello che oltre a saper giocare lui fa giocare bene quelli che ha intorno. Lui se ne esce con queste piroette saltando la pressione, quando lo vai a mordere non lo trovi mai e se non lo vai a mordere tocca duemila palloni. Veramente somiglia a Jorginho, è quello che mette a posto anche gli incasinamenti dell’allenatore. Fai mille ragionamenti, poi arriva un giocatore così e mette le cose a posto. Il cammino in Coppa Italia? Noi siamo veramente in pochi, ma proviamo ad andare avanti. Quando vesti la maglia del Napoli non è mai una cosa banale, per cui si fanno le cose serie”, ha concluso.
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