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FOCUS – L’addio di Insigne, croce e delizia azzurra. Vittoria e sconfitta per tutti

Insigne
Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Hanno perso tutti in questa storia. Ha perso il Napoli e Napoli, ha perso Insigne e ha perso De Laurentiis. Nonostante i soldi in portafoglio per Lorenzo, dieci milioni lordi in bilancio in meno da affrontare per il club e la soddisfazione di chi, Insigne, non è mai andato a genio…

FOCUS – L’addio di Insigne, croce e delizia azzurra. Vittoria e sconfitta per tutti

La sua partenza da Napoli e dall’Italia il prossimo luglio è una risposta a questo ossimoro, ma, ad onor di cronaca – e nonostante i milioni – un errore anche per lui. Giocare in MLS è una rinuncia a competere nel calcio “che conta”, dove Lorenzo, grazie alla sua tecnica e alla sua intelligenza, a trent’anni suonati, avrebbe ancora molte cose da dire. I soldi canadesi possono in un lustro trasformarlo in un paperone del pallone, ma il portafoglio riempito non ha lo stesso valore di una grande avventura sportiva. Un’avventura che ti lascia (di diritto) nella storia di un club e nella memoria di una comunità.

Non deve essere stato facile per il ragazzo, lasciare la sua città, la sua squadra del cuore. Non deve essere stato facile neanche per Aurelio De Laurentiis, che pure da tempo è stato tentato dal separare il club da questa sua creatura, fedele tanto nel genio quanto nel limite all’identità di una città. Ma il calcio rimane uno sport di squadra, e per una coincidenza temporale poco fortunata il picco della parabola di Insigne ha coinciso con uno dei periodi più grigi della storia recente del Napoli.

Il rapporto tra singolo e squadra è sempre stato il tema quando si parla di Lorenzo Insigne, per via delle caratteristiche del suo talento. Una serie di fattori ne hanno inficiato il mito. Non è un simbolo, ma un professionista come tanti. Uno che non può rifiutare un’offerta come quella che infatti ha accettato. Il resto è cronaca recentissima. Insigne compie trent’anni, avrebbe voluto un aumento per confermare l’amore alla maglia e finisce a Toronto (per mancanza di altri acquirenti, forse), seppure con un fiume di dollaroni che renderà ricchi lui, i suoi figli, i suoi nipoti e anche le generazioni future.

Ma si sa, quando si parla di Lorenzo, si finisce sempre per sbagliare. Forse lui ha pagato oltre modo le sue scelte, i suoi atteggiamenti. La sua voglia di dimostrare. Croce e delizia. Se fosse rimasto, magari doveva dare credito a chi pensa che Insigne non può stare lontano da mamma Napoli. Andando via è la dimostrazione che hanno ragione i detrattori quando dicono che ha avuto più di quello che ha dato: ha sempre preso i baci, gli abbracci e i sorrisi e ha restituito qualche cuoricino e quei suoi occhi sempre un po’ malinconici, quell’espressione sempre un tantino accigliata, quelle pose sempre troppo irrequiete di uno che ha fretta di andare. Delitto e castigo. Capro espiatorio quando le cose non vanno, Magnifico quando gli riesce il tiraggiro o un tocco immaginifico che esalta la già umorale piazza napoletana. Quella di Lorenzo, lo scugnizzo riservato, è una telenovela ormai a tempo determinato. Alla piazza non resta che goderselo fino al 30 giugno. Dal primo luglio sarà a Toronto, se per soldi o per altro solo lui lo sa. Con tutti i pro e i contro che una decisione simile porterà con sé.

(Grafico di Andrea Falco)

 

di Andrea Fiorentino

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