Il dirigente umbro, vero colpo di mercato della nuova Salernitana griffata Iervolino, ha rilasciato un’intervista fiume al Corriere dello sport dove ha affrontato una serie di argomenti riguardanti presente, passato e futuro. Suo e di altri rappresentanti di questo sport.
Salernitana, a tutto Sabatini: “Qui mi sento amato. Nicola degno dell’Inter. Ignobili gli addii di Vlahovic e Donnarumma: giocatori senza riconoscenza”
“Qui a Salerno mi sento amatissimo e sono felice, so di dover onorare questo debito e farò di tutto perché succeda – dichiara Walter Sabatini -. Sono terrorizzato dall’idea di retrocedere, non sono mai retrocesso nella mia vita. Ha prevalso il senso della sfida, di atti incoscienti ne ho fatti tanti e perché non farne un ultimo? Credo ciecamente nella salvezza. Sarebbe doloroso rimanere in Serie B, ma mi sono impegnato verbalmente a rimanere con il presidente Iervolino e con la gente. Da parte mia rispetterò la parola, poi dipenderà dal club. Davide Nicola è un fenomeno, un uomo che va raccontato oltre che un grande allenatore. Allena la Salernitana, ma potrebbe allenare l’Inter. Pirlo era un’ipotesi. Non decollata, non per colpa sua. Ero alla ricerca di entusiasmo. Pretendevo entusiasmo. Era difficile, mi rendo conto. I dubbi prevalenti di Andrea erano legittimi”. La Roma, il Bologna. “Cosa non ha funzionato della mia esperienza in Emilia? Userò una citazione di Troisi: Pensavo fosse amore e invece era un calesse. Sono stato dimesso da Saputo dopo una brutta sconfitta in casa. Gli avevo comunicato che ero a sua disposizione per qualunque decisione volesse prendere. La mattina dopo è venuto in ufficio: è meglio che le nostre strade si dividano. L’unica spiegazione è che gli stavo sul cazzo. Perché, complessivamente, sono un uomo che sta sul cazzo, alle persone, spesso ai presidenti. Con Pallotta a Roma litigavo, ma almeno ci sentivamo. Con lui abbiamo messo su una squadra che ha giocato un grande calcio. E comunque non mi ha scandalizzato essere dimesso. Mi è successo di parlare molto con Spalletti, ma lì il livello delle nostre discussioni era sempre confinante con la follia. L’esonero più doloroso? Rudi Garcia. Ma era un esonero inevitabile e giusto, aveva perso la spinta, l’appeal con la squadra. L’esperienza più stremante è stata la Roma, nessun dubbio. L’Inter? Il più grande errore professionale della mia vita. L’accettare una richiesta interna che prevedeva io fossi fuori dall’organigramma. Un errore tragico, il mio. Dovevo rescindere il contratto prima di cominciare. Una situazione insostenibile”. L’esperto dirigente granata affronta poi gli addii per certi versi clamorosi di Donnarumma al Milan e Vlahovic alla Fiorentina. E non usa mezzi termini: “Vlahovic dalla Fiorentina alla Juventus? Una roba ignobile. Insopportabile. Come fai a non avere nessuna riconoscenza per la società che ha creduto in te? Lo stesso vale per Donnarumma con il Milan. Qui entrano in gioco le qualità umane”.
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