Da oggi solo con un rapporto equo tra spese e entrate si potrà partecipare al campionato. Per i critici un attacco a Lotito. Ma si trattano dei correttivi. Al Consiglio anche Lorenzo Casini, neo-presidente di Lega, ma ancora non può votare (è in veste di uditore).
Serie A, se parte il nuovo indice di liquidità a rischio tre club
Fino ad oggi serviva solo a limitare il mercato ai paperoni, da oggi invece solo chi rientrerà nelle sue maglie potrà iscriversi al campionato di Serie A. Per impedirlo, i club hanno eletto Lorenzo Casini presidente, espressione dell’ala più contraria al presidente della Federcalcio Gabriele Gravina. Che, di contro, ritiene l’indice di liquidità la sua riforma principe: la mossa con cui dare stabilità al movimento ed impedire ai club di contrarre nuovi debiti, che – solo come esempio – pesano sui bilanci di Juventus, Inter e Roma per oltre un miliardo di euro. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, con gli stessi parametri odierni, almeno tre club oggi farebbero fatica a iscriversi al campionato: la Lazio, fuori per 28 milioni di euro; il Genoa, fuori per 32 milioni di euro; la Sampdoria.
Ma molte di più avrebbero problemi: almeno sei club sono a rischio. La riforma acuisce di certo la tensione con il patron della Lazio Claudio Lotito, che di Gravina è nemico giurato. La FIGC da parte sua può pensare di intervenire con correttivi in modo da rendere la riforma più sostenibile, e non avere già ora una lista nera di chi subirà i danni maggiori. L’indice sarà fissato tra lo 0,7 e lo 0,6. Si potrà ridurre il gap negativo con un saldo attivo nella campagna trasferimenti. Contenere il costo del lavoro entro il 60% dei ricavi darà un vantaggio, così come un buon rapporto tra fatturato e debito, utile a scoraggiare il ricorso a indebitamenti insostenibili. In casi estremi, possibili cessioni a giugno.
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