Non nasconde la tristezza e la rabbia per questo scenario bellico che lo riguarda da vicino e lo dice senza mezzi termini: “Odio sempre di più le persone che hanno invaso la nostra terra. Non smetterò di parlarne, perché il mondo intero deve conoscere la verità. Chi tace è complice”.
Manchester City, l’ucraino Zinchenko: “Chi tace sostiene la guerra”
Oleksandr Zinchenko, classe ’96, gioca nel Manchester City di Pep Guardiola ed è stato a più riprese accostato al Napoli negli anni scorsi: è nato a Radomyshl, una città di circa 15mila abitanti a 60 miglia a ovest di Kiev. Da due mesi, da quando è scattata l’invasione del suo Paese da parte dei russi, dice di vivere attaccato al telefono. “Nessuno vuole andarsene – racconta al Guardian – Gli uomini sono andati a combattere, stanno difendendo la loro terra e io sono orgoglioso di loro”. Finora la sua città è sfuggita al peggio: “Mi è stato detto che le truppe russe stavano cercando di attraversare Radomyshl e si stavano nascondendo nei boschi, cercando di trovare i civili nelle loro auto, ucciderli e prendere tutto ciò che avevano” “Non riesco a non pensare nemmeno un minuto a ciò che sta accadendo. Cercare di seguire tutto è fondamentalmente per me ora. La prima cosa che faccio ogni giorno è prendere il mio telefono. Sono passate più di sette settimane e puoi vedere alcune persone che cominciano ad abituarsi alle atrocità che stanno accadendo nel mio paese. Non è possibile, le persone muoiono e quindi come ci si può rilassare? Bisogna parlare ogni giorno di quanto avviene”. Per il giocatore del City (impegnato nella semifinale di Fa Cup con il Liverpool) tra le maggiori preoccupazioni c’è proprio il rischio che la gente si desensibilizzi alla guerra. Zinchenko è arrabbiato anche con i russi che non sono disposti a reagire e condannare. All’inizio della sua carriera ha vestito per due anni la maglia del club russo FC Ufa: “Ho amici lì. Sono così deluso. I ragazzi che conosco mi hanno chiamato non appena è avvenuta l’invasione, mi hanno scritto Mi dispiace tanto Alex, ma non possiamo fare nulla. Certo che puoi. Se rimani in silenzio significa che sostieni ciò che sta accadendo in Ucraina. Tutti, soprattutto chi come noi calciatori ha un seguito, dovrebbero scrivere sui social Siamo contro la guerra, dobbiamo fermarla: è un peccato che non dicano nulla”. Zinchenko è invece molto grato al suo tecnico Pep Guardiola: alla prima gara del City subito dopo l’inizio della guerra gli è stata data la fascia di capitano, mentre le bandiere dell’Ucraina sventolavano sugli spalti. “Avevo gli occhi pieni di lacrime davanti a quel sostegno ancora più forte ho sentito l’orgoglio di essere ucraino”.
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