PROCESSO PLUSVALENZE – Tutti prosciolti tra gli 11 club e 59 dirigenti coinvolti nel “processo plusvalenze” avviato dalla Tribunale nazionale federale. La battaglia iniziata con la segnalazione della Covisoc ha portato a un buco nell’acqua gigantesco e adesso, dopo la decisione del giudice, è ufficiale: non esistono metodi oggettivi per valutare un calciatore.
Processo plusvalenze un buco nell’acqua, ora è ufficiale: non esistono metodi oggettivi per valutare un calciatore
Juventus, Sampdoria, Napoli, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Chievo, Novara e Pescara: tutti prosciolti, in settimana verranno rese poi note le motivazioni del Tribunale presieduto da Carlo Sica. Dunque lo stesso anche per De Laurentiis (e tutto il Cda della società azzurra), per il quale erano stati chiesti circa 11 mesi di inibizione, una richiesta davvero molto dura. Ha prevalso la tesi difensiva secondo cui non esiste un criterio – e neppure un algoritmo – in grado di valutare con estrema oggettività il cartellino di un calciatore.
Ciò significa che Osimhen non è una plusvalenza fittizia e che le operazioni Manzi, Palmieri, Karnezis e Liguori non sono invenzioni di bilancio finalizzate a manipolare i conti. Il patron azzurro in questi giorni era molto tranquillo – si legge su Il Mattino – riguardo al processo, anche nell’ultima riunione con Lega A ha mostrato grande serenità nonostante le pesanti accuse. Pronto, nel caso anche di una semplice ammenda, a fare ricorso in Appello proprio per sancire la regolarità di tutte le sue operazioni, ma per il quotidiano difficilmente si arriverà all’Appello.
Serena Grande
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