Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rotto il ghiaccio ed ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni della radio ufficiale del club. Ecco quanto estrapolato:
“Il problema del ritiro è che provoca rabbia. Anche da presidente diventi un tifoso, sia da curva A che da curva B. Tutti i tifosi meritano rispetto. Negli ultimi minuti di Empoli-Napoli sono rimasto male e mi sono sentito accaldato e in apprensione. Con questo risultato hanno delusi tutti, i 160 milioni di tifosi nel mondo e tutti i presenti in trasferta. Il ritiro appartiene al calcio del passato. Quest’oggi il calcio è un’industria con delle regole precise. Sorrido quando leggo ‘De Laurentiis non ha inserito le persone giuste nelle società’.
Penso che siano stati 17 anni di cavalcate ed emozioni, quando sono arrivato non esisteva più il Napoli e per la Uefa non esistevamo più.
Quando siamo arrivati in A tutto è cambiato, il tifo ha sempre condizionato tutto. Alla prima partita in C c’erano 60 mila spettatori e dopo siamo rientrati tra i 15 club più importanti per i numeri registrati”. Sul Covid: “Abbiamo perso 220 mln in un momento in cui volevamo rafforzarci,pensavamo che la pandemia fosse un male passeggero. Abbiamo fatto grandi investimenti sul mercato ma poi tanti sponsor ed entrate dello stadio non ci sono state più”.
Sugli allenamenti e la cena di ieri: “Ieri ho detto ai ragazzi che eravamo partiti come una locomotiva con 10 vittorie consecutive, i ritiri a Dimaro e Castel di Sangro hanno avuto i suoi frutti. Ho dubitato sugli allenamenti e la squadra mi ha risposto che non si stava allenando come si deve in modo costante. Ho pregato Luciano di valutare bene queste ultime partite. Il nostro unico obiettivo è la Champions. Ieri mi sono seduto in tutti i tavoli dei calciatori ad uno ad uno, e ho detto loro di pensare che sono delle singole aziende e miei dipendenti è proprio per questo devono combattere per raggiungere degli obiettivi. Hanno un importante colore da difendere ed è un peccato che non si massimizza il tutto. Il morale era alto ieri e tanti sono entrato nel merito interessandosi”.
Sul tifo: “I tifosi hanno sempre ragione anche nel torto perché a loro non è dato sapere tutte le verità che ci sono dietro all’ambiente. Per il tifoso la squadra è una valvola di sfogo“.
Caso Mertens: “A Dries ho inviato una medaglia con il Vesuvio per Ciro. Sono stato a casa di Mertens ieri a parlare e a bearmi dello splendido panorama. Del rinnovo abbiamo parlato e gli ho dato libera scelta dicendogli che non ho nessun problema. Il futuro dipende solo dalle intenzioni di Dries, che è innamorato dello stile di vita napoletano. Ha scritto la storia e la sta continuando a scrivere. Nella vita mai dire mai. Le leghe devono avere la forza di autoamministrarsi e tante partite consecutive condizionano la condizione fisica dei giocatori, è impossibile non avere infortuni automaticamente. Khvicha Kvaratskhelia è un calciatore del Napoli, spero che faccia bene.
In merito al calciomercato ha dichiarato: “Bisogna adeguarsi a quello che sarà il mercato del calcio nazionale e internazionale e creare delle regole per le quali per iscriversi al campionato bisogna avere conti regolari. Non si può venire in Serie A senza compiere un mercato, bisogna investire minimo tra i 30-50 mln. Sento da 7 anni che bisogna ridursi a 18 squadre, non ha alcun senso. Il calcio italiano è sempre meno competitivo di quello intenzionale”.
Sul ritiro: “Me l’ero preposto di venire a Castel Volturno. Se sto qui sempre tutti i giorni quando viene un allenatore non si possono negare certe cose. All’inizio della stagione ho detto ai ragazzi che si doveva conquistare la Champions, lo scudetto è stata una condizione e voi giornalisti vi siete ingolositi puntando in alto”.
“Si sono incazzati sia Maradona che San Paolo (ride ndr), il rendimento negativo in casa è dovuto dai problemi valutazione. Farò una statistica dei tanti infortuni di questa stagione e con professionalità affronteremo il problema. Sulle scuse ai tifosi ha dichiarato: “Chiedo scusa ai tifosi a nome di tutta la squadra, venite sempre allo stadio abbiamo bisogno del vostro calore e non ascoltate cavolate di alcuni giornalisti di ex giornalisti del nord”.
Nunzio Mariconda
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